Fragili a rischio, garanzie in bilico. A lanciare l’allarme sono l’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) e l’Associazione nazionale forense (Anf), che esprimono forte “preoccupazione” per un emendamento alla legge annuale di semplificazione, presentato dal Governo, che delega l’Esecutivo ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione degli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione, prevedendone il graduale superamento e la rimodulazione dell’amministrazione di sostegno.
Il testo prevede misure di protezione giuridica con poteri graduati per l’amministratore di sostegno, da adattare alla condizione del beneficiario, oltre a una semplificazione degli adempimenti e alla modifica degli istituti giuridici collegati alla dichiarazione di interdizione o inabilitazione.
Ma per Aiga e Anf questa riforma rischia di compromettere la tutela delle persone più vulnerabili, come anziani, disabili o soggetti affetti da gravi patologie psichiche. L’Aiga mette in guardia: “Una norma così formulata riduce le garanzie e indebolisce la protezione patrimoniale del beneficiario”. E denuncia come la soppressione degli strumenti tradizionali, sebbene nata con l’intento di garantire maggiore autonomia ai soggetti fragili, non tenga conto delle situazioni complesse, ad esempio quelle legate a psicosi combinate a tossicodipendenza, dove interdizione e inabilitazione si sono dimostrate essenziali.
Anche l’Anf si dice critica verso la riforma, che “pur inseguendo l’obiettivo condivisibile di superare istituti ormai datati, rischia una recessione sul piano dei diritti fondamentali”. Secondo il segretario Giampaolo Di Marco, la proposta del Governo non rispecchia le indicazioni della Commissione Giustizia del Senato, che raccomandava misure graduate e sempre accompagnate da adeguate autorizzazioni giudiziarie per evitare abusi.
Uno dei punti più critici è l’obbligo di rendiconto: semplificare eccessivamente questa procedura, denuncia l’Anf, “può trasformarsi in una minaccia per il patrimonio delle persone con disabilità gravi”. Per questo propone di differenziare i livelli di formalità in base al reddito o al patrimonio del beneficiario.
Secondo i legali, l’Ads non può assorbire in sé interdizione e inabilitazione: troppo diverse le finalità. Se l’amministrazione di sostegno è flessibile e utile anche in situazioni temporanee, interdizione e inabilitazione servono a gestire situazioni stabili e irreversibili.
Per evitare un uso distorto del nuovo modello, l’Anf propone criteri stringenti per l’applicazione dell’Ads, garanzie effettive di controllo giurisdizionale, la partecipazione attiva del beneficiario e il coinvolgimento delle professioni legali e del terzo settore nella fase attuativa.
L’Aiga, infine, rilancia la sua proposta di legge per il riconoscimento della professionalità degli amministratori di sostegno, con compensi equi, responsabilità definite, e una tutela legale e fiscale rafforzata. “Serve un legislatore responsabile e lungimirante – affermano – che tuteli i diritti dei fragili senza sacrificare la dignità professionale degli Ads”.
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