5 Agosto 2024 - Lavoro e previdenza

Trasferimento del lavoratore dopo reintegrazione: la Cassazione si pronuncia

I datori di lavoro non possono trasferire immediatamente i dipendenti reintegrati, ma devono prima adempiere all'obbligo di riammetterli nella loro precedente sede. Solo successivamente, in presenza delle condizioni richieste dalla legge, si potrà considerare un nuovo trasferimento.

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza importante in materia di diritto del lavoro, stabilendo che il trasferimento di un lavoratore dopo un’ordinanza giudiziale di reintegrazione è illegittimo se non avviene nelle modalità previste dalla legge. La sentenza n. 18892/2024 ha chiarito che il datore di lavoro è obbligato a reintegrare il dipendente nella stessa sede di lavoro da cui era stato precedentemente allontanato.

La Sentenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro deve ottemperare all’ordinanza giudiziale di reintegrazione riportando il lavoratore nella medesima sede di lavoro. Solo successivamente, e nel rispetto delle condizioni richieste dalla legge, il datore può eventualmente procedere con un nuovo trasferimento del dipendente.

Implicazioni per i datori di lavoro

Questa sentenza sottolinea l’importanza di seguire rigorosamente le procedure legali in caso di reintegro dei lavoratori. I datori di lavoro non possono trasferire immediatamente i dipendenti reintegrati, ma devono prima adempiere all’obbligo di riammetterli nella loro precedente sede. Solo successivamente, in presenza delle condizioni richieste dalla legge, si potrà considerare un nuovo trasferimento.


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