Fino al 31 dicembre stato d’emergenza, stavolta per l’Ucraina: stanziati 10 milioni di euro
Ieri, il Consiglio dei Ministri in riunione decide di fissare alla data del 31 dicembre il termine di un nuovo stato di emergenza. Il presidente del Consiglio Mario Draghi spiega che questo serve per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina, con uno stanziamento di 10 milioni di euro in loro favore. Comunque, nulla cambierà per la quotidianità degli italiani e la decisione non influirà sullo stato d’emergenza del Covid-19, in via di conclusione.
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Nuovo stato d’emergenza umanitaria per l’Ucraina per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione
Ebbene, parlare nuovamente di “stato d’emergenza” a un passo dalla conclusione di quello per il Covid potrà suonare preoccupante. Tuttavia, Draghi assicura che non c’è alcun collegamento tra l’uno e l’altro e che lo stato d’emergenza pandemico si concluderà comunque a fine mese. Invece, il “nuovo stato emergenziale” riguarda esclusivamente il sostegno dell’Italia all’Ucraina, colpita dall’attuale momento di crisi a causa dell’imprevedibile invasione russa.
Dunque, in che cosa consiste questo aiuto? Innanzitutto, l’Italia stanzierà 10 milioni di euro al Fondo per le emergenze nazionali. Questo è ciò che il Cdm decide col decreto del 28 febbraio, che contiene le prime misure per far fronte alle esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Si tratta del Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri n. 65.
A tal proposito, si incrementano le risorse del Ministero dell’Interno per:
- Attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza, per poter fruire di ulteriori 5.000 posti;
- Avviamento di ulteriori 3.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), gestito dagli enti locali, destinati soprattutto a nuclei familiari e persone vulnerabili.
Gli aiuti economici e d’accoglienza dell’Italia
Ebbene, nella relazione tecnica di accompagnamento al decreto si legge che:
“S’intende in questo modo conseguire l’ampliamento della rete nazionale di accoglienza, per un numero complessivo di circa 8.000 posti”.
La spesa per l’accoglienza si suddivide così:
- Per i 5mila profughi ucraini da ospitare nel sistema dei centri governativi, più tempestivamente attivabile, è di 54,1 milioni nel 2022;
- Quella per gli altri 3mila profughi da sistemare nella rete degli enti locali ammonta invece a 37,7 milioni nel 2022;
- Infine, è di 44,9 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024.
Cessione di mezzi per la difesa fino al 31 dicembre
Tra le più rilevanti decisioni prese nel decreto-legge, figura indubbiamente l’autorizzazione di spedire equipaggiamenti militari. Dunque, lo Stato italiano fino al 31 dicembre permette la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina. Così, avviene una deroga delle disposizioni della legge 9 luglio 1990. Quest’ultima vietava infatti “l’esportazione ed il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato”.
Tuttavia, il decreto contiene una relazione illustrativa nella quale si specifica che:
“l’autorizzazione alla cessione di equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, a seguito della risoluzione delle Camere, è legittima dato il carattere emergenziale della disposizione, per un periodo di tempo limitato fino al 31 dicembre 2022”.
Missili e militari
Un decreto del Ministro della difesa emana nel dettaglio l’elenco di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari da inviare in Ucraina. Tuttavia, il documento redatto in concerto con Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell’economia e delle finanze è segreto. Da ciò che si riesce a rilevare, pare che le spedizioni prevedano l’invio di:
- Centinaia di missili anticarro e antiaereo Stinger e Spike facilmente trasportabili;
- Mortai;
- Migliaia di mitragliatrici pesanti Browning e leggere MG.
Inoltre, non manca il pensiero di un soccorso di forze armate militari. Infatti, il Consiglio dei Ministri il 25 febbraio approvava già un primo decreto di aiuti militari stanziando 174 milioni di euro fino al 2023. Il fine è un potenziamento della presenza militare a Est e la previsione di un rafforzamento delle tre missioni già in atto:
- Una in Romania;
- La “Baltic Guardian” in Lettonia;
- La missione nel Mediterraneo Orientale.
Tale provvedimento mobilitava 1.350 militari fino al 30 settembre e altri 2.000 per rinforzi e avvicendamenti.
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