I giudici messicani sono in sciopero per protestare contro la riforma del sistema giudiziario promossa dal presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO). Il progetto di legge, recentemente approvato dalla commissione della Camera, prevede l’elezione dei giudici tramite voto popolare, una misura vista come una minaccia all’indipendenza della magistratura.
Il presidente Obrador sostiene che la riforma è necessaria per combattere la corruzione nel sistema giudiziario. Tuttavia, i critici, tra cui esperti come Julio Rios Figueroa, avvertono che il cambiamento potrebbe compromettere i controlli e gli equilibri del governo e minare l’autonomia dei giudici. C’è il timore che la riforma possa dare al partito di governo un’influenza indebita sul sistema legale.
Il movimento di protesta coinvolge circa 55mila funzionari giudiziari e l’associazione messicana dei giudici e dei magistrati federali. Lo sciopero arriva in un momento di grande tensione politica, con il partito Morena di Obrador che ha ottenuto una super maggioranza alle elezioni di giugno e sta cercando di approvare modifiche costituzionali prima della fine del mandato di Obrador a settembre.
Il piano di riforma prevede elezioni scaglionate per i giudici, con metà eletti nel 2025 e l’altra metà nel 2027. La riforma è supportata dalla crescente popolarità di Obrador, nonostante la persistente sfiducia nel sistema giudiziario da parte della popolazione.
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