L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) esprime profonda preoccupazione per la riforma del CSM proposta dal Ministro della Giustizia. In una nota ufficiale, l’ANM critica duramente quella che sostanzialmente ritiene una scelta di allungare i tempi dei concorsi per la magistratura, definendo l’introduzione dei test psicoattitudinali un ostacolo all’accesso alla funzione e un possibile terreno fertile per forme di reclutamento non garantite.
L’ANM contesta infatti la decisione di affidare al Ministro, tramite decreto, la disciplina dei test per l’accesso in magistratura. Secondo l’Associazione, si tratta di una scelta incostituzionale che concentra nelle mani del Guardasigilli un potere eccessivo, con il rischio di politicizzare la selezione dei futuri magistrati.
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L’ANM conclude la sua nota con un appello al Parlamento affinché respinga la proposta di riforma del CSM, definendola superficiale e dannosa per l’ordinamento giudiziario italiano.
Le criticità della riforma
Allungamento dei tempi dei concorsi: l’ANM teme che i test possano disincentivare i giovani a intraprendere la carriera in magistratura e favoriscano nuove forme di reclutamento meno garantite.
Disciplina dei test affidata al Ministro: l’ANM la considera una scelta incostituzionale che concentra eccessivi poteri nelle mani del Guardasigilli e rischia di politicizzare la selezione dei magistrati.
L’appello al Parlamento
L’ANM invita il Parlamento a respingere la proposta di riforma del CSM, definendola superficiale e dannosa per l’ordinamento giudiziario.
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