Alcuni ricercatori neozelandesi della società Onit, produttrice di software e prodotti di IA per il mondo legale, hanno recentemente studiato le capacità dei LLM, i modelli linguistici di grandi dimensioni, come ChatGPT, per quanto riguarda le capacità di revisione dei contratti.
Nello studio sono state confrontate le prestazioni degli strumenti di intelligenza artificiale generativa con le prestazioni degli avvocati in determinate attività legali, come, per esempio, la revisione dei contratti.
La ricerca, dal titolo Better Call GPT, Comparing Large Language Models Against Lawyers, dimostra che i modelli linguistici di grandi dimensioni raggiungono, e talvolta superano, le competenze dei professionisti in ambito di diritto contrattuale.
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Il gruppo di ricerca ha testato diverse intelligenze artificiali, ma i risultati migliori sono arrivati con l’ultima versione di ChatGPT, ovvero GPT-4, soprattutto per quanto riguarda l’individuazione dei problemi presenti nei contratti.
Gli avvocati hanno avuto qualche vantaggio nel rilevamento dei problemi contrattuali, ma con differenze minime. Per quanto riguarda la velocità, gli LLM hanno sconfitto gli avvocati: le intelligenze artificiali hanno bisogno soltanto qualche secondo, mentre gli avvocati di circa un’ora.
Inoltre, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale si è dimostrata una pratica molto più economica: 2 centesimi a contratto contro 74 dollari per un avvocato junior.
Nonostante lo studio e le prove convincenti, è necessario svolgere altre ricerche per confermare tali risultati. Di certo, i sistemi di intelligenza artificiale sembrano avere grandi capacità in determinati ambiti rispetto agli avvocati, e per questo gli studi legali potrebbero dotarsi di modelli come ChatGPT per velocizzare e ottimizzare alcune attività, magari quelle ripetitive.
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