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Relazione 2020 del Garante della Privacy. Al centro, la tutela dei dati personali

La settimana scorsa il Garante della Privacy ha presentato al Parlamento la relazione annuale relativa alle attività svolte nel corso del 2020.

Vediamo alcuni dei contenuti.

PANDEMIA, TECNOLOGIE E PRIVACY

La pandemia ha costretto le persone a interagire maggiormente con le tecnologie esponendole maggiormente ai rischi legati al trattamento dei propri dati personali.
A tal proposito, tra gli interventi del Garante  tra il 2020 e il 2021 si ricordano quelli legati alla app “Immuni”, all’AppIO e il Green Pass, ai test sierologici, alla raccolta dei dati sanitari di dipendenti e clienti, alla ricetta elettronica, alla didattica a distanza e anche ai processi civile, penale e amministrativo da remoto.

Ma le “questioni di privacy” trattate dal Garante hanno riguardato anche le attività delle  grandi piattaforme digitali, come Facebook e Google, il telemarketing, il Cashback e la lotteria degli scontrini, il rapporto con le PA, come per l’istruttoria avviata sul sito dell’INPS o i problemi con la conservazione delle fatture elettroniche da parte dell’agenzia delle entrate, nonché il cyberbullismo e il revenge porn.

IL VALORE DELLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

In questi nuovi scenari, la tendenza a forme di controllo ingiustificate non sono mancate.
Nel discorso di presentazione della relazione, il Presidente Stanzione ha spiegato che:

«La permanenza della condizione pandemica ci ha insegnato a convivere con le limitazioni dei diritti, tracciando tuttavia il confine che separa la deroga dall’anomia, dimostrando come la democrazia debba saper lottare, sempre, con una mano dietro la schiena»

Stanzione ha però ricordato anche che:

« [la] protezione dei dati può rappresentare, infatti, un prezioso strumento di difesa della persona da vecchie e nuove discriminazioni e di riequilibrio dei rapporti sociali, nella direzione dell’eguaglianza e della pari dignità sociale indicate dalla nostra Costituzione».

La tutela della privacy risulta dunque essere un presupposto per la democrazia, poiché crea le condizioni in cui ogni individuo può autodeterminarsi e in cui la società può trovare il giusto equilibrio tra pubblico e privato, tra diritti e libertà.

I NUMERI DEL GARANTE DELLA PRIVACY NEL 2020

Tra parentesi i numeri del 2019.

  • 278 i provvedimenti collegiali adottati (232)
  • 8.984 i riscontri a reclami e segnalazioni (8.092).
  • 60 pareri su atti regolamentari e amministrativi (46)
  • 7 pareri su norme di rango primario statale, delle regioni e delle autonomie (6).
  • 8 comunicazioni di notizie di reato all’autorità giudiziaria (9)
  • 15.040 risposte ai quesiti legati alla relazione con il pubblico (15.821).
  • 21 ispezioni (147)
  • 179 riunioni internazionali (137)
  • 1.387 notifiche di violazione dei dati personali (1.443)
  • 38.448.895 € totale delle sanzioni riscosse (poco più di 3 milioni)
  • 184 misure correttive e sanzionatorie ex art. 58(2) del GDPR

L’introduzione del GDPR (Regolamento Ue 2016/679 ) ha imposto il rispetto di regole in materia di raccolta, trattamento e uso dei dati personali di dipendenti, collaboratori e clienti. Per adeguare la tua azienda o il tuo studio legale, scopri i servizi privacy di Servicematica.

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