La Commissione Europea ha pubblicato il suo rapporto annuale sullo Stato di diritto, riservando critiche significative all’Italia. Il documento, redatto dal commissario alla Giustizia UE Didier Reynders, esprime perplessità sulla riforma costituzionale del premierato e preoccupazioni riguardo alla riforma della giustizia proposta dal ministro Carlo Nordio. Il rapporto, la cui pubblicazione era stata posticipata alla vigilia delle elezioni europee, viene oggi anticipato da Repubblica, rivelando dettagli critici per il nostro Paese.
La riforma del premierato
La riforma del premierato, approvata in prima lettura al Senato, è oggetto di approfondita analisi nel rapporto. La Commissione Europea riconosce l’obiettivo della maggioranza di garantire «più stabilità» al sistema istituzionale, ma evidenzia preoccupazioni: «Con questa riforma, il Presidente della Repubblica non potrà più cercare una maggioranza alternativa o individuare un Primo ministro al di fuori del Parlamento». Diversi stakeholders hanno espresso timori per le modifiche proposte, in particolare per l’alterazione dell’equilibrio dei poteri e il ruolo ridimensionato del Capo dello Stato. La Commissione sottolinea inoltre l’assenza di una legge elettorale adeguata e critica l’eccessivo ricorso a decreti legge da parte dell’esecutivo.
Le criticità sulla giustizia
Il rapporto evidenzia anche problemi riguardanti la riforma della giustizia proposta dal ministro Nordio. La Commissione Europea osserva preoccupazioni per l’eccessiva pressione sulla magistratura da parte della politica e per l’abolizione dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze, che potrebbero compromettere le indagini su frodi e corruzione. La restrizione sull’uso delle intercettazioni è vista come un possibile ostacolo ai processi, anche in casi di corruzione. Inoltre, la mancanza di una legge sul conflitto di interessi e sulla regolamentazione delle lobby, insieme alla persistente eccessiva durata dei processi, rappresentano ulteriori sfide per il sistema giudiziario italiano.
Libertà di stampa sotto esame
Un altro punto critico riguarda l’informazione. La Commissione rileva che diversi stakeholders vedono una restrizione della libertà di stampa e del diritto dei cittadini di essere informati. Particolare preoccupazione è rivolta all’«effetto agghiacciante» sulle attività giornalistiche a causa delle querele per diffamazione. Il rapporto ricorda che già lo scorso anno era stata raccomandata una riforma della legge sulla diffamazione per introdurre misure di salvaguardia del segreto professionale, ma finora non sono stati compiuti progressi.
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