Su TikTok sta diventando virale dare le dimissioni in diretta. Infatti, in questi giorni, tantissimi utenti stanno condividendo video che immortalano l’esatto momento in cui danno le dimissioni dal loro lavoro, che sia una vera e propria consegna fisica della lettera di dimissioni o su Zoom.
Il trend sembra aver acquisito visibilità lo scorso settembre da Christina Zumbo, che sul social aveva condiviso il video del momento in cui inviava, tramite mail, le sue dimissioni, ottenendo 3000 commenti e 53.000 likes.
Zumbo avrebbe dichiarato poco dopo a BBC: «Non avevo idea che così tante persone avrebbero visto, raccontato e condiviso le proprie storie, o la loro paura di lasciare il loro attuale posto di lavoro, o il forte desiderio di fare quello che ho fatto io. E’ sorprendente il senso di comunità che provi se ti apri a mostrare una vulnerabilità reale e riconoscibile online».
#quittok
Molti altri hanno deciso di utilizzare TikTok per dare le dimissioni, come Jo Mayes, che dichiara di aver utilizzato il social come uno «sfogo divertente e creativo» e come aiuto per «combattere l’infelicità sul lavoro».
A settembre 2020, Mayes ha deciso di dire addio al suo lavoro: l’ha fatto in diretta, condividendo un video con l’hashtag #quittok, che ancora oggi è uno dei contenuti maggiormente visti sul social, con i suoi oltre 200mila likes.
Ma che cosa porta i più giovani a dare le dimissioni in diretta sul social più in voga del momento? Per prima cosa, dobbiamo tenere presente che i giovanissimi sono nativi digitali, abituati a condividere online i momenti più importanti delle loro vite, come quello delle loro dimissioni.
Spiega ai microfoni di BBC la terapeuta Tess Brigham: «E’ così che questa generazione ha esperienze, è come hanno imparato ad essere nel mondo. Se cresci abituato a registrare e condividere cose, perché non dovresti condividere questi momenti più grandi e significativi nel tempo?».
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Ma non è soltanto questo a portare i più giovani a seguire il trend e l’hashtag #quittok. Dopo aver visto i propri genitori affrontare la crisi economica del 2008, e dopo aver lavorato in smart working a causa della pandemia, i Millennials e la Generazione Z oggi danno piena priorità alla loro salute mentale, agli ambienti positivi e alla felicità.
È proprio per questo che condividono questa tipologia di contenuti, che li ritraggono mentre si allontanano da ambienti tossici. Tutto questo impatterà sulle loro future opportunità professionali?
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