Continuano i problemi per l’autovelox presente a Riese Pio X, in via Kennedy. In passato beccava 2.000 automobilisti indisciplinati al giorno, e nel 2019 la Procura ha deciso di intervenire, sequestrando 100 verbali e ipotizzando il reato di falso in atto pubblico.
Il 10 ottobre il Giudice di Pace di Treviso ha dichiarato illegittime una valanga di multe, tra le quali era presente anche quella di Anna Baggio, avvocato penalista del Foro di Treviso.
Spiega Baggio: «Quell’autovelox è irregolare, la mia è una battaglia in difesa del diritto e dei tanti che vengono sanzionati in via Kennedy e che non sono a conoscenza del fatto che in tribunale un giudice può annullare la sanzione. È una questione di principio ma anche di rispetto della legalità».
Lo scorso giugno, Baggio doveva recarsi all’ospedale di Castelfranco per far visita ad un parente. «Transitavo a circa 80 chilometri all’ora su una strada dove il limite è stato apposto a 70. Il punto è proprio questo: se la strada fosse davvero una extraurbana, cosa che in realtà non è, il limite dovrebbe essere messo a 90 chilometri all’ora».
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Prosegue l’avvocato: «Ma c’è molto di più, ed è che l’autovelox in questione, la cui installazione è stata approvata in passato dalla Prefettura, non risulta essere omologato ma semplicemente autorizzato. Ma la Corte di Cassazione dice che i due concetti non sono equivalenti e che i sistemi di lettura della velocità dei veicoli devono sottostare appunto a regole precise fra cui la più importante è l’omologazione da parte del ministero».
L’amministrazione comunale di Riese dice di aver voluto installare l’autovelox di Via Kennedy per evitare che si verifichino incidenti mortali, poiché, prima dell’installazione, ne erano avvenuti quattro.
Questa estate anche l’ex sindaco di Castelfranco, Luciano Dussin, aveva richiesto un chiarimento: «Serve solo a fare cassa, è irregolare. Una sentenza della Cassazione afferma che può essere installato solo su una strada con banchine laterali, cosa questa che in via Kennedy non esiste».
Secondo Baggio, «il comune di Riese conta sul fatto che spessissimo la sanzione, pagata in forma ridotta, ha un costo nettamente inferiore, al netto dei punti sottratti dalla patente, a quelli che il cittadino deve sobbarcarsi per fare ricorso. E lucra su questo. Ma è inimmaginabile che la Provincia e soprattutto la Prefettura consentano questo “falò” del diritto a cui però i giudici di Treviso stanno lentamente ma inesorabilmente ponendo un rimedio».
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