4 Settembre 2025 - NUOVE INFRASTRUTTURE | Il catalogo "verde"

Quando l’IA misura l’ombra: alberi e tecnologia alleati contro il caldo urbano

Uno studio internazionale dimostra che il verde urbano può abbassare fino a 15 gradi la temperatura locale. E mentre i condizionatori aggravano l’isola di calore, la natura torna a essere un’infrastruttura strategica

Le estati sempre più torride hanno trasformato le città europee in trappole di calore. Le ondate registrate negli ultimi anni, con record di temperature e black-out elettrici, hanno riportato con forza al centro del dibattito una domanda cruciale: come raffreddare le metropoli senza peggiorarne le condizioni?

La risposta più immediata sembra essere l’aria condizionata. Ma i climatizzatori, se da un lato garantiscono sollievo, dall’altro rilasciano calore all’esterno, amplificando l’effetto “isola urbana” e creando nuove disuguaglianze: chi può permetterseli vive in ambienti freschi, chi no resta esposto a rischi per la salute, il lavoro e la qualità della vita.

La ricerca sugli alberi “climatizzatori naturali”

Un gruppo di ricercatori del Senseable City Lab del MIT, in collaborazione con università e città come Los Angeles, Amsterdam, Dubai e Boston, ha mappato per la prima volta con precisione l’impatto degli alberi sul microclima urbano. Grazie a modelli basati su intelligenza artificiale, è stato possibile quantificare il raffrescamento prodotto da diverse specie.

I risultati sorprendono: nelle ore più calde della giornata, la temperatura sotto la chioma di alcuni alberi può essere fino a 15 gradi inferiore rispetto alle aree asfaltate e prive di vegetazione. Non tutte le piante hanno però lo stesso effetto. Le palme di Los Angeles, ad esempio, hanno dimostrato un impatto minimo, mentre gli alberi ad alto fusto con chiome ampie e dense risultano i più efficaci. A Dubai, specie autoctone come il neem, resistenti alla siccità, hanno superato in prestazioni gli esemplari importati.

Ombra, traspirazione e pianificazione

Il raffrescamento non dipende solo dall’ombra. Con il processo di evapotraspirazione, gli alberi rilasciano umidità, abbassando la temperatura percepita e migliorando la qualità dell’aria. La collocazione è altrettanto cruciale: piantumazioni lungo strade strette o vicino agli edifici moltiplicano l’effetto refrigerante.

Per i ricercatori, il prossimo passo sarà costruire un vero e proprio “catalogo climatico” delle specie più efficaci, per aiutare urbanisti e amministrazioni a pianificare in modo consapevole il verde urbano.

La città del futuro affonda le radici nel passato

Naturalmente, gli alberi non sono privi di limiti: richiedono manutenzione, acqua, cura. Ma rappresentano un’infrastruttura “silenziosa” che, con investimenti mirati, può ridurre consumi energetici, rendere più vivibili le città e proteggere la salute pubblica.

In un mondo che si riscalda sempre più rapidamente, la soluzione potrebbe dunque non arrivare solo dalla tecnologia, ma dalla natura stessa. Per affrontare il futuro, forse occorre recuperare un’antica consapevolezza: la miglior difesa contro il caldo estremo è già sotto i nostri piedi, e cresce verso il cielo.


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