Redazione 20 Gennaio 2025

Quando i fatti privati diventano causa di licenziamento

Un dipendente può essere licenziato per fatti privati che compromettono la fiducia del datore di lavoro, soprattutto se tali azioni sono di rilievo penale. La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito questa linea con una sentenza emessa nel maggio 2024, che conferma la possibilità di interrompere il rapporto di lavoro per condotte extralavorative che violano obblighi di lealtà o incidono sull’idoneità professionale.

Nel caso specifico, un lavoratore è stato condannato a due anni e tre mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni abituali. La Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, poiché la condotta, pur svolgendosi fuori dal contesto lavorativo, era tale da compromettere la fiducia del datore di lavoro. L’azienda, infatti, è responsabile di garantire l’idoneità morale e professionale del proprio personale, in particolare per quei dipendenti che operano a contatto con il pubblico.

La giurisprudenza si è evoluta negli ultimi anni: in passato, i giudici avevano adottato un orientamento meno uniforme, talvolta respingendo l’applicazione della giusta causa per comportamenti privati. Ad esempio, nel 2018, la Cassazione aveva escluso il licenziamento per maltrattamenti in famiglia in assenza di ricadute dirette sul rapporto lavorativo.

Oggi, invece, la Corte adotta un approccio più rigoroso: la condotta extralavorativa viene valutata tenendo conto della sua gravità e della sua frequenza, nonché del possibile danno all’immagine dell’azienda o alla fiducia nel lavoratore. Recenti sentenze confermano questa tendenza, come nel caso di un dipendente licenziato per spaccio di sostanze stupefacenti o di un altro accusato di gravi minacce a soggetti estranei all’ambiente lavorativo.


LEGGI ANCHE

ChatGPT e lo scenario Terminator: le IA uccideranno il lavoro dell’avvocato?

«Mano a mano che i nostri sistemi si avvicinano alla Agi (Intelligenza Artificiale Generale, ovvero un’intelligenza artificiale con abilità cognitive pari a quelle dell’uomo), stiamo…

A che punto siamo con tutte le riforme che riguardano la professione forense?

A che punto siamo con tutte le riforme che riguardano la professione forense?

Il COVID ha certamente scombinato molti piani e nonostante la (ormai) conclusa fase di riapertura abbia dato una nuova spinta alle riforme, l’incertezza data dall’aumento…

coniugi Agnelli

Frode fiscale nell’eredità Agnelli: il ruolo chiave degli avvocati nella residenza fittizia di Marella Caracciolo

Al centro delle indagini vi è la presunta residenza fittizia in Svizzera di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, con l'obiettivo di sottrarre parte del…

TORNA ALLE NOTIZIE

Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Agid
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto