ROMA — Una Pubblica amministrazione più giovane, digitale e orientata al merito. È questa la direzione impressa dal Governo alla macchina dello Stato, che nei primi sei mesi del 2025 ha pubblicato ben 9.000 bandi di concorso per l’assunzione di 91mila nuovi dipendenti pubblici. Una cifra destinata a far lievitare il numero complessivo di assunzioni nel triennio 2023-2025 a quota mezzo milione.
Una massiccia campagna di reclutamento che guarda in modo dichiarato ai giovani, preferibilmente under 40, con competenze specifiche nell’intelligenza artificiale e capacità di lavorare per obiettivi. Requisiti ormai imprescindibili in un’amministrazione che punta a trasformarsi attraverso la digitalizzazione e i nuovi modelli organizzativi previsti dalla riforma del merito promossa da Palazzo Vidoni.
Giovani al centro, meno spazio agli ultra-sessantasettenni
Parallelamente, molte amministrazioni centrali stanno ridimensionando la possibilità per i dipendenti più anziani di restare in servizio fino ai 70 anni, opzione che la legge di Bilancio per il 2025 consente, ma entro il limite massimo del 10% delle facoltà assunzionali e solo con performance eccellenti.
L’obiettivo è duplice: da una parte tamponare temporanee carenze di organico, dall’altra affiancare ai neoassunti figure esperte in grado di trasmettere competenze e know-how, ma solo laddove davvero necessario. Un cambio di passo netto rispetto al passato, dove le proroghe di servizio erano più frequenti.
Il Ministero della Giustizia, ad esempio, ha deciso di autorizzare il trattenimento in servizio soltanto in uffici con gravi carenze e solo per funzioni non altrimenti copribili, riducendo la proroga a un solo anno — fino a 68 anni — in vista delle nuove assunzioni già programmate dal 2026.
La tendenza coinvolge anche altri dicasteri:
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Il Ministero dell’Agricoltura ha escluso del tutto la possibilità di trattenere personale oltre i limiti di età.
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Ministero dell’Interno e Ministero dell’Università e della Ricerca non prevedono alcuna proroga per dirigenti e funzionari oltre i 67 anni.
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L’Inps ha fissato al 2% il tetto massimo di trattenimenti, riservandolo solo alle elevate professionalità e per un periodo limitato.
Una PA con età media di 50 anni
Oggi il personale della Pubblica amministrazione ha un’età media di oltre 50 anni e solo il 5% degli statali ha meno di 30 anni. I numeri delle nuove assunzioni sono destinati a cambiare questo scenario, anche grazie alla forte adesione dei giovani ai concorsi pubblici: sul portale “inPA” sono registrati circa due milioni di candidati, oltre la metà under 40.
Le previsioni parlano chiaro: entro il 2025, con le nuove immissioni in ruolo, il totale delle assunzioni nel pubblico impiego raggiungerà quota 500mila unità.
Tutor esperti accanto ai nuovi assunti
La manovra autorizza comunque le amministrazioni a trattenere in servizio dipendenti con valutazione di performance ottima o eccellente, ma solo con il consenso degli interessati e per esigenze specifiche di tutoraggio o copertura di attività insostituibili.
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