La Corte Suprema di Cassazione, con sentenza n. 13965 del 20 maggio 2024, ha stabilito che la plusvalenza da cessione di un immobile o di un’azienda si verifica al momento della stipula del contratto di compravendita, e non al momento del pagamento del prezzo o dell’eventuale scioglimento del contratto stesso.
Momento rilevante: il contratto
Ai fini fiscali, la plusvalenza, ovvero il guadagno derivante dalla vendita di un bene a un prezzo superiore al suo costo di acquisto, si verifica nel momento in cui viene perfezionato il contratto di compravendita. Questo avviene con la firma del contratto stesso, che rappresenta il momento in cui si verifica il cosiddetto “effetto traslativo”, ovvero il trasferimento della proprietà del bene dall’acquirente al venditore.
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Irrilevanza delle vicende successive
Secondo la Cassazione, le vicende successive alla stipula del contratto, come ad esempio il mancato pagamento del prezzo da parte dell’acquirente o lo scioglimento del contratto stesso, non hanno alcuna rilevanza ai fini della determinazione della plusvalenza tassabile.
Esempio
Ipotizziamo la vendita di un immobile al prezzo di €100.000, il cui costo di acquisto era di €50.000. La plusvalenza tassabile sarà di €50.000, e sarà dovuta al momento della firma del contratto di compravendita, indipendentemente dal fatto che l’acquirente paghi poi effettivamente il prezzo pattuito o che il contratto venga successivamente sciolto.
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