Il Parlamento Europeo ha deciso di adottare la procedura d’urgenza per giungere al più presto all’esame delle proposte della Commissione sul Certificato verde digitale, ovvero il passaporto vaccinale.
La volontà è quella di arrivare alla sua adozione entro l’estate per riprendere i viaggi e il turismo nonostante il perdurare della pandemia.
IL PASSAPORTO VACCINALE E IL PERICOLO DI DISCRIMINAZIONI
Nel passaporto vaccinale andranno inserite tutte le informazioni sullo stato di salute del proprietario:
– l’eventuale vaccinazione COVID-19 e con quale vaccino,
– l’eventuale risultato negativo di un recente test COVID-19,
– le eventuali precedenti infezioni da COVID-19.
In base a queste informazioni, al proprietario sarà concesso di spostarsi o meno.
Questo però potrebbe portare a discriminazioni: chi non potrà riceve il vaccino, per esempio i più giovani o certe categorie di malati, si vedrà privato per sempre della propria libertà di movimento?
L’idea del passaporto vaccinale deve dunque essere raffinata con interventi che riescano a bilanciare la sicurezza pubblica con le libertà individuali.
A tal proposito, pochi giorni fa il Il commissario europeo all’Industria Thierry Breton ha mostrato il prototipo del certificato in un’intervista a RTL, LCI e Le Figaro. Breton ha spiegato che arriverà entro un paio di mesi, sarà sia in formato cartaceo che digitale ma, soprattutto, sarà inizialmente facoltativo.
IL TURISMO DURANTE E DOPO IL COVID
Al di là di questi aspetti, il passaporto vaccinale sembra essere un elemento necessario per ridare vita al settore dei viaggi e del turismo, completamente bloccato dalla pandemia ma che incide per circa il 10% del PIL del Vecchio Continente.
Ovviamente, la mancanza di turismo sta intaccando anche tutte le attività economiche connesse, dai trasporti alla ristorazione, dal divertimento agli alloggi. Il danno economico e occupazionale è rilevante.
Gli eurodeputati spingono dunque perché tutti i paesi adottino misure condivise per tornare a far viaggiare i cittadini in sicurezza. Tra queste, oltre al passaporto vaccinale, anche i test prima delle partenze ed eventuali quarantene da considerare però come ultima spiaggia.
A ciò dovrebbe aggiungersi l’istituzione di un sigillo di certificazione igienica UE per assicurare ai viaggiatori che le aziende del settore turistico rispettino le misure di prevenzione e controllo sanitario.
Infine, va considerata la riduzione dell’IVA sui servizi connessi al turismo, come incentivo economico.
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