Dal 1° settembre, il mondo della giustizia tributaria si trova ad affrontare una significativa novità normativa: l’introduzione di una nuova modalità di autenticazione delle procure, frutto del decreto attuativo della delega fiscale sul contenzioso. Secondo le nuove disposizioni, i difensori sono ora obbligati ad attestare la conformità all’originale della procura alle liti raccolta in formato cartaceo, depositandola telematicamente.
Tuttavia, non mancano le critiche. L’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi (Uncat) esprime forti dubbi sull’efficacia e l’utilità di questa nuova disposizione. Silvia Siccardi, segretaria dell’Uncat, ha manifestato chiaramente il proprio scetticismo, definendo questa norma un «aggravio per l’avvocato». Siccardi sottolinea che gli avvocati, in qualità di pubblici ufficiali, possono già certificare la firma sulla procura, rendendo superflua questa ulteriore attestazione. La nuova procedura appare come una duplicazione inutile di adempimenti già previsti dalla normativa vigente, come stabilito dal Codice dell’Amministrazione digitale.
Le preoccupazioni non riguardano solo gli avvocati, ma anche i giudici, che potrebbero trovarsi a dover rinviare le pratiche alle parti per sanare eventuali irregolarità, prolungando così i tempi dei processi. Siccardi mette in evidenza il rischio che questa norma possa compromettere l’efficienza del sistema, rallentando i procedimenti anziché accelerarli. «Come Uncat ci chiediamo quale sia la ragione di questa norma, che pare contraddire il principio di efficienza del processo tributario», afferma Siccardi.
L’obbligo di attestazione, dunque, non sembra portare reali benefici in termini di sicurezza o trasparenza, ma piuttosto un’inutile complessità. C’è anche il timore che il nuovo adempimento possa fungere da ostacolo procedurale, dissuadendo i contribuenti dal portare avanti le proprie rivendicazioni. Inoltre, potrebbe comportare la compensazione delle spese legali anche in caso di vittoria del contribuente, penalizzando ulteriormente chi cerca di far valere le proprie ragioni.
L’entrata in vigore di questa riforma rischia, quindi, di trasformare un aspetto tecnico della difesa tributaria in un nuovo campo minato, con pesanti conseguenze per i contribuenti. Molti avvocati tributaristi si interrogano sull’effettiva utilità di queste nuove regole, temendo che possano creare più problemi di quanti ne risolvano.
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