La giustizia come banco di prova della legislatura e della tenuta istituzionale. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano Il Dubbio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio traccia un bilancio del suo mandato e rilancia i prossimi obiettivi: dalla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere alla revisione dell’ordinamento forense, passando per il potenziamento della macchina giudiziaria in vista delle scadenze imposte dal Pnrr. Il tutto in un clima ancora attraversato da profonde tensioni con l’Associazione nazionale magistrati, su cui il ministro lancia un avvertimento netto.
Più risorse e strumenti per una giustizia “da obiettivo”
Sul fronte operativo, Nordio rivendica il rafforzamento dell’amministrazione giudiziaria, con investimenti significativi a partire dal 2022. Tra i principali interventi, spiccano l’aumento dei fondi per le assunzioni in magistratura e per il personale amministrativo, la riqualificazione edilizia degli uffici giudiziari e il rafforzamento del Fondo unico di Giustizia. Anche la magistratura onoraria, spesso rimasta ai margini, è destinataria di nuove risorse tramite l’istituzione di un fondo specifico.
Il pacchetto più strategico resta quello legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oltre alla digitalizzazione integrale del processo penale di primo grado e all’efficientamento degli immobili, l’agenda Pnrr prevede la drastica riduzione delle pendenze civili e dei tempi medi dei processi, sia civili sia penali, entro giugno 2026. Per centrare questi traguardi, il governo ha approvato nuove misure normative e organizzative in Consiglio dei ministri, tra cui l’assegnazione temporanea di magistrati ai tribunali più in difficoltà, anche con modalità “da remoto”, e la proroga dell’impiego dei giudici onorari di pace in supplenza.
La dialettica con l’Anm e il peso delle correnti
Nel colloquio con Il Dubbio, Nordio torna anche sul rapporto complicato con l’Anm. La frattura, spiega, nasce da una trasformazione delle correnti interne alla magistratura, da luoghi di espressione culturale a centri di potere organizzato. A questo si aggiunge, da tempo, una divergenza di fondo sull’impianto del processo accusatorio, in particolare sulla mancata separazione delle carriere, considerata dal ministro un nodo strutturale.
La riforma costituzionale in materia, ormai in fase avanzata, è destinata a segnare una cesura definitiva. Ma il timore del ministro è che il confronto referendario possa degenerare in uno scontro frontale tra politica e magistratura, con esiti istituzionalmente rischiosi.
Tribunali e Pnrr: interventi a tutto campo
Le misure varate per sostenere la giustizia nel percorso Pnrr toccano numerosi aspetti del sistema. Oltre all’applicazione straordinaria a distanza di centinaia di magistrati – anche fuori ruolo – presso gli uffici più congestionati, è prevista la redazione di piani d’intervento straordinari da parte dei capi degli uffici giudiziari. Anche il tirocinio dei nuovi magistrati verrà rimodulato per potenziare la loro operatività nelle Corti d’appello.
Tra le proroghe inserite nel recente decreto-legge figurano il rinvio al 31 ottobre 2026 dell’entrata in vigore delle nuove competenze dei giudici di pace, dell’attivazione del Tribunale della famiglia e dell’utilizzo dei giudici ausiliari. In parallelo, la magistratura ordinaria vedrà un ampliamento della dotazione organica di 58 unità, destinate a rafforzare in particolare gli Uffici di sorveglianza.
Avvocatura al centro: riforma dell’ordinamento in arrivo
Un altro pilastro dell’agenda Nordio riguarda il riconoscimento del ruolo dell’avvocatura. Dopo aver firmato a maggio la Convenzione europea per la protezione degli avvocati, il guardasigilli ha portato in Consiglio dei ministri la delega per la riforma dell’ordinamento forense. L’obiettivo è superare le ambiguità interpretative della legge 247/2012, che hanno alimentato tensioni interne alla categoria, garantendo una maggiore coerenza normativa e una più netta definizione dei principi fondativi della professione.
Un percorso che, nelle intenzioni del ministro, si concluderà in tempi brevi e riaffermerà il ruolo centrale dell’avvocato come garante del diritto di difesa e attore fondamentale della giurisdizione. A margine, Nordio ha anche ribadito che, una volta raggiunti gli obiettivi tecnici imposti dal Pnrr, si potrà riaprire il dibattito sulla trattazione scritta delle udienze, che oggi limita la presenza fisica dei difensori in aula.
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