ROMA – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio supera la prova della mozione di sfiducia sul caso Almasri. La richiesta delle opposizioni è stata respinta con 215 voti contrari, mentre a favore hanno votato PD, AVS, M5S e IV. Azione si è astenuta.
«Non vacilleremo. La riforma della giustizia andrà avanti. Più saranno violenti e sciatti gli attacchi, più saremo forti e determinati» ha dichiarato Nordio, difendendo il suo operato sul rilascio e il trasferimento in Libia a bordo di un Falcon di Stato di Almasri, il torturatore ricercato dalla Corte penale internazionale.
L’opposizione ha accusato il ministro di negligenza nel non aver trasmesso per tempo gli atti necessari alla convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma. «Lei è l’unico a pensare che Almasri sia stato liberato per un cavillo» ha attaccato Maria Elena Boschi (Italia Viva), mentre la segretaria del PD Elly Schlein ha rincarato la dose: «Nordio deve dirci la verità. Chi le ha chiesto di non muoversi?».
Nordio ha respinto ogni accusa, definendo l’attacco delle opposizioni «una pagina vergognosa» e lamentando un clima da «Santa Inquisizione». L’errore sulla trasmissione degli atti, ha spiegato, «non era un cavillo, ma minava la giurisdizione».
Nel frattempo, la polemica si sposta anche sulle dichiarazioni del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che auspica un referendum entro l’anno sulla riforma della giustizia. L’opposizione accusa il governo di voler blindare il disegno di legge costituzionale senza possibilità di modifiche. «Impensabile che una riforma di questa portata passi senza correttivi» ha dichiarato la dem Debora Serracchiani.
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