15 Settembre 2023

nordio giudici onorari

Nordio, giudici onorari: risorse nella prossima Legge di Bilancio

«La condizione dei giudici onorari in Italia è da decenni inaccettabile. Nella prossima legge di bilancio sarà inserita una disposizione che porrà finalmente una disciplina sia retributiva sia previdenziale nei confronti dei giudici onorari, che sarà quantomeno decorosa».

Queste le parole del Guardasigilli Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia ricorda che «anche grazie alla meritoria opera del sottosegretario, collega Delmastro Delle Vedove è stato fatto un lavoro ormai compiuto e in conclusione, possiamo dire che i giudici onorari finalmente hanno avuto quanto loro spettava. Questo ovviamente è solo l’inizio».

Aggiunge Nordio: «Le risorse finanziarie sono quelle che sono, ma abbiamo avuto assicurazioni da parte del ministro Giorgetti che saranno trovate, o si farà di tutto, per trovare le risorse necessarie affinché questi operatori di giustizia essenziali proprio per il funzionamento della giustizia abbiano il trattamento che loro compete».

Secondo il Guardasigilli lo Stato avrebbe «trattato e tratta i giudici onorari in un modo che, se fosse rivolto verso dei lavoratori privati, esporrebbe l’imprenditore a tutta una serie di sanzioni. I 5.000 e passa giudici onorari che esistono in Italia tengono in piedi il sistema, e per chi ci segue in televisione e magari conosce quale sia la funzione dei giudici onorari, vorrei chiarire che oramai fanno le stesse cose che fanno i giudici togati, cioè i giudici di carriera. Esercitano anche funzioni monocratiche penali, vengono inseriti nei collegi penali, senza i quali il collegio non funzionerebbe».

Il Governo, dal punto di vista fiscale, «ha posto fine all’incertezza interpretativa del regime fiscale dei compensi erogati ai magistrati, con la legge di conversione del 22 giugno del ’23, prevedendo l’assimilazione ai fini fiscali di quei compensi al reddito del lavoro dipendente secondo la procedura semplificata, le legge 234 del ’21, ed è stata individuata la gestione previdenziale alla quale i magistrati onorari devono essere iscritti, e ciò ha consentito alla competente articolazione ministeriale di corrispondere integralmente attraverso il servizio gestito dal Mef i compensi spettanti».

Conclude Nordio: «Una delle priorità di questo Ministero è stata la tutela della onorabilità e della riservatezza dei cittadini e della riservatezza delle comunicazioni. Ancora oggi il nostro codice di procedura penale è estremamente ambiguo sul fatto che alcune comunicazioni perdano la loro segretezza, ma ciononostante non siano pubblicabili».

«In realtà la giurisprudenza, come sapete, ha interpretato questa norma nel senso che una volta che un atto non è più segreto anche se non è pubblicabile, quantomeno può essere divulgato. Ci sono state effettivamente delle violazioni di questa norma a suo tempo e non sono state esercitate azioni disciplinari, in questo momento noi stiamo monitorando con grande attenzione queste eventuali violazioni così come stiamo predisponendo eventuali correttivi per eliminare le ambiguità di questa normativa».


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