Non si arresta l’ondata di tagli nel settore tecnologico. Microsoft ha annunciato il licenziamento di circa 7.000 dipendenti in tutto il mondo, pari a circa il 3% della propria forza lavoro globale. Una decisione che riguarda tutte le divisioni e le aree geografiche, e che coinvolgerà anche LinkedIn, la piattaforma professionale di proprietà del colosso di Redmond.
La scelta, spiegano dall’azienda, è legata alla necessità di adattare la struttura organizzativa a un mercato sempre più competitivo e dinamico, mantenendo al contempo sostenibili gli ingenti investimenti richiesti dall’espansione nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e delle infrastrutture digitali.
Microsoft, infatti, negli ultimi anni ha moltiplicato i fondi destinati ai data center e alle tecnologie AI, investendo solo in quest’anno fiscale circa 80 miliardi di dollari per rafforzare le proprie infrastrutture.
Nonostante i tagli, la società ha recentemente pubblicato risultati finanziari superiori alle attese, con un utile netto trimestrale di 25,8 miliardi di dollari e prospettive positive per i prossimi mesi.
Il ridimensionamento si inserisce in una tendenza più ampia che interessa l’intero comparto Big Tech. Amazon e Meta avevano già avviato riduzioni di personale nei mesi scorsi, con migliaia di posti eliminati a fronte di riorganizzazioni interne e strategie di contenimento dei costi. Solo nel 2023, Microsoft aveva già tagliato 10.000 posizioni.
Anche aziende del settore sicurezza informatica, come CrowdStrike, hanno recentemente annunciato riduzioni di organico, a conferma di un clima di incertezza che, nonostante gli utili record di molte multinazionali, spinge le big della tecnologia a rivedere modelli e dimensioni operative.
Un segnale che il boom dell’Intelligenza Artificiale, pur portando nuove opportunità, impone alle aziende profonde trasformazioni e scelte non sempre indolori.
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