La categoria dei magistrati onorari ha vissuto mesi turbolenti, caratterizzati da scioperi della fame, flash mob e l’astensione dalle udienze civili e penali dal 19 al 22 gennaio proclamata dalla Consulta della magistratura onoraria.
La stessa Consulta ha spiegato i motivi dell’azione e, per esteso, del malcontento della categoria: «si è appena chiuso un anno orribile, connotato da una drammatica crisi pandemica che ha svelato impietosamente tutte le criticità di una categoria di lavoratori, i magistrati onorari, vessata da oltre vent’anni di imbarazzanti silenzi, proroghe attendiste, normazione ipovedente. L’assenza di tutele assistenziali e le modalità di retribuzione a cottimo, in ragione delle sospensioni ex lege e della costrizione delle attività, in uno con lunghi periodi di malattia e quarantene, hanno prodotto devastanti conseguenze nella vita di 5000 servitori dello Stato e delle loro famiglie, rimasti privi di reddito e privi di adeguati indennizzi»
MAGISTRATI ONORARI, CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA E TRIBUNALE DI ROMA
Lo scorso 16 luglio 2020 la Corte di Giustizia Europea ha equiparato la figura del Giudice di Pace alla magistratura professionale, non solo da un punto di vista giuridico ma anche economico.
La pronuncia nasceva dalla controversia tra il Giudice di Pace Cristina Piazza e il governo della Repubblica Italiana, al quale aveva chiesto che il proprio riposo estivo fosse retribuito secondo gli stessi canoni per i magistrati.
Alla Corte di Giustizia Europea si accoda ora anche il Tribunale di Roma. Come spiega l’avvocato Elisa Iorio, che ha assistito i numerosi magistrati onorari nel ricorso, il Tribunale «ha riconosciuto per la prima volta il diritto dei magistrati onorari al risarcimento dei danni derivanti dalla violazione delle direttive comunitarie che tutelano i lavoratori, riconoscendogli il diritto a ferie retribuite, a congedi e assenze retribuite per maternità e paternità, a percepire un trattamento previdenziale e il Tfr».
I magistrati onorati «hanno anche diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del loro lavoro e comunque sufficiente ai sensi dell’articolo 36 della Costituzione».
Quella del Tribunale di Roma è la «prima decisione nazionale che riconosce a centinaia di magistrati onorari la violazione dei diritti riconosciuti dal diritto europeo, ampliando l’orientamento espresso dalla Corte di Giustizia Europea, che si era pronunciata solo sul diritto alle ferie retribuite».
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