Work-life-balance: l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Se questo equilibrio era inizialmente focalizzato sugli aspetti quantitativi del lavoro, nel giro di poco tempo ha assunto un senso più ampio, andando ad abbracciare anche gli aspetti qualitativi.
Il cambiamento si è intensificato grazie alla pandemia, che ha velocizzato dei processi che erano già in atto, introducendo delle variabili non ancora così utilizzate, come lo smart working.
Nel giro di pochissimo tempo gran parte della popolazione mondiale ha provato i benefici ma anche i lati negativi dello smart working, come la solitudine e l’invasione del lavoro nella sfera privata, che sembrava non avere più confini e orari.
L’esperienza ha condotto aziende e lavoratori ad interrogarsi sul futuro del mercato del lavoro e dell’organizzazione del lavoro. Sono comparsi i cosiddetti nomadi digitali, le persone che fanno del lavoro da remoto un vero e proprio stile di vita, oltre a nuove modalità di interazione con i colleghi e ad una nuova gestione dei rapporti nelle gerarchie.
Il concetto stesso di leadership è andato in crisi, grazie al cambiamento organizzativo e culturale, inizialmente imposto da situazioni di necessità e ora desiderato dalla gran parte dei lavoratori.
Sostenibilità lavorativa
Ma prima di capire come affrontare questa nuova epoca lavorativa, ci dobbiamo interrogare sul concetto di sostenibilità.
Ancora prima della pandemia, il concetto di equilibrio era giunto nella cultura del lavoro, ma i tempi non erano ancora maturi per trovare il modo adatto per modificare un sistema così radicato nella nostra cultura lavorativa.
Nemmeno la tecnologia sembrava pronta ad affrontare questo salto culturale. Ma il 2020 è sembrato un momento perfetto per questa cominciare questa transizione. Infatti, l’imposizione del lockdown ha creato le condizioni adatte per testare questi cambiamenti.
Cambiamenti inizialmente sofferti, poi inevitabilmente gestiti, accettati e alla fine apprezzati. Lo smart working oggi è desiderato dall’80% dei lavoratori, più attenti alla qualità del lavoro.
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Work-life-balance è, innanzitutto, equilibrio quantitativo. Ci riferiamo all’orario, alle pause e agli straordinari. Tutto questo è soggetto ad una specifica normativa, dato che ha, da sempre, rappresentato un punto delicato da regolamentarizzare, al fine di prevenire sfruttamenti e abusi da parte dei datori di lavoro.
La pandemia ha posto l’accento sull’accoppiata vita privata – lavoro. Sembrava che non ci fossero più confini: si lavorava da casa, più di prima, senza orari o giorni liberi, senza relax e senza hobby. Il lavoro aveva invaso lo spazio familiare, in senso fisico ed emotivo.
Ed è così che entra in gioco il diritto alla disconnessione, formalmente normato: parliamo del diritto di spegnere telefoni e computer e di non rispondere continuamente a mail e messaggi. Il concetto di quantità, dunque, ha cominciato ad inglobare anche quello di qualità.
Migliorare la qualità di vita migliora la qualità del lavoro
Oggi, la qualità dipende anche da dove e come viene erogato il lavoro, dalla formula che mette insieme i momenti da remoto e quelli in presenza. Soprattutto per i pendolari e per quelli che hanno vissuto nelle grandi città, avere la possibilità di lavorare, almeno in alcuni momenti, da remoto, potrebbe cambiare la loro qualità di vita, oltre a quella del lavoro.
Evitare di fare code in auto ogni giorno, impiegare il proprio tempo in lunghissimi spostamenti, la difficoltà di trovare parcheggio, prendere i mezzi pubblici: evitare tutto questo significare andare a ridurre i livelli di stress.
A tutto questo possiamo aggiungere anche il risparmio economico, la riduzione dell’inquinamento e del rischio di incidenti, ma anche il guadagno del tempo da dedicare a sé stessi e alla famiglia, oltre al guadagno delle ore di sonno.
Oggi il lavoro è liquido, sia per quanto riguarda le modalità di erogazione, ma anche per quanto concerne i luoghi e i contenuti. «La mia vita comincia alle ore 18» era una classica frase che si sentiva pronunciare in passato, ma che oggi comincia a perdere senso, dato che il lavoro sta diventando parte della vita delle persone e un luogo in cui una persona può crescere e realizzarsi.
Che cosa stanno facendo le aziende
Sono cambiamenti epocali, che promuovono mutamenti nell’organizzazione del lavoro, delle location e dei contenuti. Se un tempo l’organizzazione dei luoghi di lavoro era finalizzata soltanto alla prestazione lavorativa, oggi si comincia a comprendere che il cambiamento culturale del mondo del lavoro necessita di cambiamenti organizzativi, culturali e gestionali da parte della stessa azienda.
Ma quali sono le principali soluzioni che il mondo delle aziende sta adottando per l’innovazione del lavoro?
- Riduzione degli orari di lavoro: si prova a ridurre l’orario del lavoro, accorciando la settimana lavorativa. Dunque, si comincia a puntare verso il risultato, e non sulla quantità. Nel nord Europa, sembra che gli esperimenti in materia abbiano dimostrato un aumento di più del 30% della produttività, di fronte alla riduzione dell’orario lavorativo;
- Concedere lo smart working: molto richiesto e apprezzato da lavoratori e aziende è il lavoro ibrido. Nelle offerte di lavoro, infatti, comincia ad essere presenta la formula 4+1, 3+2, 2+3. Nel mondo del web e dell’informatica si parla anche di smart working al 100%. Alcune aziende consentono agevolazioni per le lavoratrici madri, situazioni con difficoltà familiare e altre situazioni specifiche;
- Riorganizzare le location: le novità organizzative e culturali prevedono anche la ricalibrazione della logistica interna. Molte strutture stanno rivisitando completamente l’organizzazione degli interni, con nuove aree per il relax, sale riunione, mense, ma anche spazi per pensare e isolarsi;
- Team building: l’aspetto motivazionale, oggi, è centrale. Persone più motivate e felici, che lavorano in armonia e sinergia, stanno meglio e producono di più. Per questo si sta ricorrendo ad attività di coaching e team building, al fine di creare momenti di coesione e condivisione.
Per concludere, possiamo affermare che lo stesso concetto di lavoro, la sua quantità, la sua qualità e la realizzazione personale sono tutti in fase di ridefinizione, in un’ottica di maggior sostenibilità e di miglior integrazione work-life.
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