La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26440/2024, ha confermato la legittimità del licenziamento di un dipendente che aveva rivolto espressioni sgarbate e scurrili a un cliente. Il lavoratore aveva presentato ricorso, dopo che la Corte d’Appello aveva già evidenziato la gravità del comportamento, aggravato dalla mancanza di scuse e dalla prosecuzione della discussione con toni accesi.
La Corte d’Appello aveva inoltre considerato i precedenti disciplinari del dipendente, ritenendo congruo il provvedimento di licenziamento. La Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha ribadito alcuni principi fondamentali in materia di licenziamento per giusta causa, sottolineando che tali disposizioni devono essere interpretate dal giudice, tenendo conto sia della coscienza generale sia dei principi giuridici richiamati implicitamente dalle norme.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
Considerazioni su una legge italiana sull’intelligenza artificiale laddove già esiste un dispositivo comunitario – l’AI Act recentemente approvato dal Parlamento europeo – e, soprattutto, un forte…
Roma, 9 luglio 2024 – L’intensa attività lavorativa non può essere utilizzata come giustificazione per non adempiere agli obblighi di formazione e aggiornamento professionale. Questo…
Dl Omnibus: le novità dal concordato fiscale alla lotta alla pirateria TV
Un provvedimento che racchiude una serie di importanti misure su diversi fronti: dal concordato fiscale alla lotta alla pirateria, fino ai bonus per Natale e…
