A breve si decideranno le sorti del processo penale e della prescrizione ed è in questo contesto di prossime riforme che Matteo Salvini propone il referendum sulla giustizia.
Il leader leghista ha dichiarato:
«Questo Parlamento con Pd e 5 stelle non farà mai una riforma della giustizia, perciò stiamo organizzando con il Partito radicale una raccolta di firme per alcuni quesiti referendari»
E ancora:
«Se i partiti non troveranno un accordo in Parlamento su riforme necessarie e urgenti, saranno i cittadini a farlo, tramite referendum»
I CONTENUTI DEL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
Salvini ha indicato chiaramente i temi del referendum sulla giustizia:
«La responsabilità penale dei magistrati, perché qualunque lavoratore che sbaglia, paga, tranne in aula di tribunale; la separazione delle carriere; la cancellazione della legge Severino».
LE REAZIONI ALL’IPOTESI DI UN REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
Eugenio Albamonte, segretario di Area, corrente progressista dei magistrati, ha così commentato l’idea del referendum sulla giustizia:
«Vedo scarsa materia di referendum. Forse, guarda caso, l’unica materia che si presta a un quesito referendario è la legge Severino, che non è una cosa che riguarda la magistratura ma la politica. Mettere insieme questi temi significa soprattutto cercare di trovare l’occasione per svincolare i politici dalla Severino e dalle conseguenze di eventuali condanne
[…]
Per il resto la responsabilità civile dei magistrati c’è, esisteva già ed è stata modificata da Renzi; non si può intervenire su questo se non con un referendum propositivo, e allora si torna alla parola al Parlamento, quindi tanto vale lavorare adesso lì.
[…]
Sulla separazione delle carriere la raccolta delle firme è già stata fatta, c’è una proposta in Parlamento, c’è un percorso avviato»
Anna Rossomando, responsabile Giustizia del Pd, sostiene invece che «la riforma della Giustizia si farà prima del Referendum».
LA LEGGE SEVERINO
La legge n.190 del 6 novembre 2012 è nata dopo le rilevazioni dell’UE e dell’OCSE sull’impatto della corruzione nei diversi paesi. Le stime hanno posto l’Italia al terzo posto dei paesi OSCE più corrotti. Una situazione che all’epoca costava già 60 miliardi di euro l’anno.
La Legge Severino mira dunque a limitare la corruzione e la concussione, introducendo l’ineleggibilità, la sospensione, la decadenza e l’incandidabilità di quei soggetti “a rischio”. In particolare:
– i condannati per concussione non sono considerati idonei a ricoprire cariche nella Pubblica Amministrazione o cariche politiche;
– chi è stato condannato a più di due anni di reclusione per reati punibili almeno fino a quattro anni non può essere considerato eleggibile o cangiabile;
– una carica comunale, regionale e parlamentare può essere sospesa in caso di condanna, anche quando questa avviene dopo la nomina. La condanna può essere anche non definitiva e la sospensione che può durare fino a 18 mesi;
– chi è stato condannato per corruzione non può essere candidato a cariche negli enti locali, nel Parlamento italiano e nel Parlamento Europeo.
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