Negli ultimi anni, la necessità di rendere maggiormente efficiente il settore pubblico ha condotto a varie misure che puntano alla riorganizzazione della parte burocratica, così come della parte di digitalizzazione e semplificazione dei servizi pubblici.
La semplificazione e l‘efficienza non sono solo forme di espressione dei principi costituzionali di imparzialità e di buon funzionamento, ma sono anche strumenti utili allo sviluppo economico e all’attuazione dei diritti.
La qualità dell’attività amministrativa influenza la realizzazione delle infrastrutture, gli standard dei servizi pubblici, la competitività del sistema produttivo, il livello dei diritti della cittadinanza e la loro tutela.
Tuttavia, da circa una ventina d’anni si stanno inseguendo delle riforme che trattano sempre le stesse tematiche.
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Si è diffusa la convinzione che la digitalizzazione delle procedure potrebbe velocizzarle, renderle trasparenti, tracciabili e maggiormente efficienti, semplificando di gran lunga i rapporti con imprese e cittadini.
Grazie alla missione del Pnrr Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura si punta a perfezionare e a finanziare gli strumenti che riducono tempi e costi burocratici, mettendo a disposizione di imprese e cittadini servizi digitali semplici e accessibili.
Un primo passo di questa sperimentazione risale al 1° gennaio 2024, all’interno del settore degli appalti pubblici. Nel nuovo Codice troviamo una sezione dedicata alla digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici, così come alla realizzazione dell’e-procurement completando il passaggio al digitale dell’intero ciclo di vita degli appalti.
Il fascicolo virtuale dell’operatore economico, la piattaforma digitale nazionale dati, l’utilizzo di algoritmi nelle decisioni sono una parte degli strumenti che consentono a imprese e professionisti di evitare di fornire i loro dati per ogni singola procedura. Dunque, le banche dati potranno verificare il possesso dei requisiti mediante l’interoperabilità tra banche dati.
Sono soluzioni che possono essere estese a tutte le attività pubbliche, che dovranno realizzare i principi presenti nella legge 241/1990, principi che, per il momento, sono soltanto virtuali.
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