Il 90% degli italiani accede quotidianamente a Internet, ma il panorama digitale che li accoglie è sempre più inquinato da contenuti d’odio, fake news e fenomeni pericolosi come il revenge porn e le sfide social estreme. È quanto emerge dal rapporto “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale nella popolazione italiana” pubblicato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e presentato alla stampa dal presidente Giacomo Lasorella, dal commissario Massimiliano Capitanio e dal direttore del Servizio Studi Mario Staderini.
Un ecosistema digitale ad alto rischio
Più della metà della popolazione ha già avuto modo di imbattersi in rete in contenuti d’odio, disinformazione e immagini intime diffuse senza consenso. A preoccupare è soprattutto la consapevolezza insufficiente dei cittadini: sebbene oltre otto italiani su dieci si dichiarino allarmati per questi fenomeni, ben il 44,1% non ha mai cercato aiuto o consigli su come difendersi o navigare in modo più consapevole.
A cercare sostegno, invece, sono soprattutto i minorenni: oltre la metà di loro si rivolge alla famiglia, un terzo agli insegnanti e il 30% ai coetanei.
Cosa fanno gli italiani online
Le abitudini digitali variano con l’età. Gli adulti e gli anziani usano principalmente la rete per informarsi, mentre i più giovani la frequentano per comunicare con amici e fruire di contenuti audiovisivi. Curioso il dato sui media durante i pasti: l’80% degli italiani guarda la TV mentre mangia, mentre tra i 6 e i 34 anni il 20% naviga sui social o guarda video online.
Il controllo dei genitori sui minori
Otto genitori su dieci regolano l’accesso dei figli ai media digitali, soprattutto con il monitoraggio diretto e la condivisione delle attività online. Più diffusi tra i genitori under 45 i limiti di tempo e il blocco di contenuti, mentre il 13% dei genitori vieta del tutto l’uso dei media e un 4,8% concede piena libertà. Solo il 12,5% delle famiglie però parla con i figli della propria esperienza di navigazione: un dato che segnala la necessità di rafforzare il dialogo in ambito domestico sul rapporto con il digitale.
Le sfide per i minori
Particolarmente esposti i più giovani: circa tre minorenni su quattro dichiarano di essersi imbattuti in contenuti pericolosi o inappropriati, che spaziano dalle sfide social estreme al cyberbullismo, passando per la pornografia non richiesta e l’incitamento all’uso di droghe o ai disturbi alimentari.
Cittadini più prudenti, ma alfabetizzazione scarsa
Oltre l’80% degli italiani adotta qualche forma di contrasto ai contenuti nocivi: più della metà evita di accedere alle piattaforme problematiche e circa un terzo verifica l’attendibilità delle fonti. Tuttavia, il grado di alfabetizzazione digitale rimane basso. Solo il 7% possiede un livello ottimale di conoscenza degli algoritmi di profilazione, mentre il 64,6% ha competenze scarse o nulle, percentuale che sale all’83% tra gli over 65.
La possibilità di personalizzare l’esperienza online è nota al 48% degli utenti, soprattutto tra i giovani adulti, mentre permane una forte disuguaglianza generazionale nella comprensione del funzionamento delle piattaforme.
AGCOM: “Siamo davanti a un inquinamento digitale”
Il commissario Capitanio ha definito la situazione come “un vero e proprio inquinamento digitale”, sottolineando l’urgenza di interventi strutturati di alfabetizzazione digitale per tutelare non solo i più giovani, ma l’intera cittadinanza.
“C’è bisogno — ha dichiarato Lasorella — di rafforzare i presidi educativi e di responsabilizzare tutti gli attori della filiera digitale, dalle scuole alle famiglie, fino alle stesse piattaforme, che devono garantire un ambiente online più sicuro e trasparente”.
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