Rosa Colucci 23 Maggio 2025

Intelligenza artificiale nella PA: il fattore umano resta centrale nel DDL AI

Il percorso legislativo sul disegno di legge delega sull’Intelligenza Artificiale prosegue spedito alla Camera dei Deputati, dopo l’approvazione al Senato. Le Commissioni riunite IX Trasporti e X Attività produttive stanno esaminando il testo, composto da 28 articoli, con l’obiettivo di definire un quadro normativo nazionale che integri e affianchi il recente Regolamento UE 2024/1689, noto come “AI Act”.

L’Italia si posiziona così per cogliere le opportunità di un mercato in forte espansione. Secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il settore ha raggiunto nel 2024 un valore di 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente. L’adozione diffusa dell’IA generativa potrebbe, secondo uno studio di Implement Consulting Group, incrementare il PIL italiano di 150-170 miliardi di euro l’anno nei prossimi dieci anni, evidenziando l’urgenza di una regolamentazione chiara e funzionale.


La PA tra efficienza e garanzie

Particolare attenzione è dedicata all’impiego dell’AI nella Pubblica Amministrazione, normato dall’articolo 14 del disegno di legge. I principi cardine stabiliti sono la conoscibilità, la tracciabilità e la strumentalità dell’AI rispetto alla decisione finale, che spetta sempre e comunque al responsabile amministrativo.

Le finalità delineate per l’utilizzo dell’AI nella PA sono chiare: aumentare l’efficienza, ridurre i tempi di definizione dei procedimenti e migliorare la qualità e la quantità dei servizi erogati ai cittadini. Fondamentale sarà garantire agli interessati la piena comprensione del funzionamento dell’AI e la tracciabilità del suo impiego, affinché agisca sempre come strumento di supporto all’attività provvedimentale. Il testo sottolinea inoltre che l’autonomia e il potere decisionale della persona non devono essere scalfiti, mantenendo in capo all’essere umano la piena responsabilità dei provvedimenti.


Verso un’AI responsabile: le misure previste

Per assicurare un utilizzo “responsabile” dell’intelligenza artificiale, le pubbliche amministrazioni saranno tenute ad adottare misure tecniche, organizzative e formative. L’obiettivo è sviluppare le capacità trasversali degli utilizzatori, promuovendo una cultura dell’AI consapevole e controllata. Una clausola di invarianza finanziaria è stata inserita per garantire la sostenibilità economica di tali implementazioni.

Il dibattito parlamentare prende spunto anche da importanti pronunce del Consiglio di Stato. In particolare, le sentenze 2270/2019 e 8472/2019 della Sezione VI hanno rimarcato l’importanza della piena conoscibilità dei criteri e dei moduli utilizzati dagli algoritmi, oltre all’imputabilità della decisione all’organo titolare del potere. Quest’ultimo dovrà essere in grado di svolgere una verifica di logicità e legittimità delle scelte e degli esiti affidati all’algoritmo.

Centrale, in questo contesto, è il “principio di non esclusività della decisione algoritmica”. Si ribadisce la necessità di un contributo umano (Human In The Loop – HITL) nel processo decisionale, capace di controllare, validare o eventualmente smentire le determinazioni automatiche.


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