Redazione 12 Settembre 2024

In 600 per la manifestazione dei Direttori del Ministero della Giustizia: sciopero proclamato per il 20 settembre

Roma, 12 settembre 2024 – Quasi 600 Direttori del Ministero della Giustizia hanno partecipato nei giorni scorsi alla manifestazione in Piazza Cavour, davanti alla Corte di Cassazione, per dire no alla soppressione del loro profilo professionale. La protesta, organizzata dal Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia, rappresenta un deciso passo avanti nella battaglia contro l’accorpamento nell’Area dei Funzionari amministrativi e contabili, previsto dall’ultima bozza di Contratto Collettivo.

I Direttori hanno ribadito con forza la loro richiesta di essere inquadrati nell’Area delle Elevate Professionalità (EP), o quarta area, di prossima istituzione nel comparto giustizia, considerata la soluzione più adeguata a riconoscere la complessità del loro ruolo. La protesta è stata animata da numerosi interventi appassionati, con i manifestanti provenienti da ogni parte d’Italia, riuniti per difendere una figura professionale che considerano centrale per il buon funzionamento della giustizia.

Fallito il tentativo di conciliazione e proclamazione dello sciopero

Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro, il Coordinamento Nazionale ha deciso di proclamare uno sciopero della categoria per il prossimo 20 settembre. La tensione rimane alta, poiché i Direttori si oppongono fermamente a una riorganizzazione che, a loro avviso, dequalificherebbe il loro lavoro.

Sostegni politici e istituzionali

Alla manifestazione hanno partecipato anche personalità politiche come l’on. Devis Dori e il sen. Magni, entrambi appartenenti al gruppo AVS, che hanno espresso solidarietà alla causa dei Direttori. Inoltre, la protesta ha ottenuto il sostegno di numerosi magistrati, dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), dell’Associazione Dirigenti Giustizia e della Cassa Cancellieri, che hanno riconosciuto l’importanza del ruolo dei Direttori nel garantire l’efficienza della macchina giudiziaria.


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