Il Consiglio Nazionale Forense, nella sentenza n. 232 del 31 maggio 2024, ha ribadito che il diritto di critica sui provvedimenti giudiziari, sebbene fondamentale per garantire la libertà di espressione, non può mai oltrepassare i confini del rispetto verso l’operato del giudice. Il diritto-dovere di esprimere critiche deve infatti coniugarsi con il rispetto della funzione giudicante, che rappresenta un valore di interesse pubblico e trova fondamento nella Costituzione. Tale principio implica che la critica deve essere rivolta all’operato del giudice, ma senza ledere la sua persona o compromettere la sua funzione. Questo bilanciamento tra il diritto di critica e il rispetto per la funzione della giustizia, in cui la difesa riveste pari dignità, è essenziale per il mantenimento di un equilibrio tra le libertà individuali e il rispetto dell’ordine giuridico.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Avvocati: il compenso va concordato per iscritto
Cassazione. L’accordo cliente- avvocato sul compenso del professionista vale soltanto se redatto in forma scritta La sentenza n.24213/ 2021 della Cassazione afferma il principio della…

Il riconoscimento del titolo straniero di avvocato diventa più difficile
Con una nota dello scorso 28 maggio, il Ministero della Giustizia ha chiesto al CNF regole più rigide per il riconoscimento del titolo straniero di…

Non dare il massimo per dare il massimo: la regola dell’85%
Avvocato, hai mai sentito parlare della regola dell’85%? La regola è nata da Carl Lewis, il cosiddetto Figlio del Vento. Lewis, detentore di record di…