Nell’epoca dell’intelligenza artificiale generativa, il diritto all’oblio rischia di trasformarsi in un diritto sempre più fragile. Mentre i motori di ricerca hanno imparato, dopo anni di battaglie giuridiche, a deindicizzare informazioni considerate non più rilevanti o lesive per la reputazione di una persona, i chatbot basati su intelligenza artificiale continuano a ripescare quei dati da archivi digitali che sembravano ormai sepolti.
In Italia, il diritto all’oblio consente ai cittadini di richiedere la rimozione dai risultati online di notizie e informazioni personali ormai obsolete. Una tutela che ha trovato riconoscimento anche a livello europeo con la nota sentenza della Corte di giustizia del 2014, che ha imposto ai motori di ricerca di garantire questo diritto.
Ma l’arrivo delle IA conversazionali ha cambiato il panorama. Modelli linguistici di ultima generazione, addestrati su quantità enormi di dati, possono conservare tracce di articoli, immagini o notizie non più presenti su Google o altri motori di ricerca, riportando alla luce contenuti che il tempo e le norme sulla privacy avevano tentato di cancellare.
Il vero nodo riguarda la difficoltà di intervenire direttamente su questi sistemi. Se un tempo bastava rivolgersi al motore di ricerca o al sito web per chiedere la rimozione di un contenuto, oggi l’utente deve passare attraverso i canali messi a disposizione dalle aziende che gestiscono i chatbot o, nei casi più complessi, ricorrere al Garante per la protezione dei dati personali.
Per ottenere la cancellazione di dati personali da questi sistemi servono condizioni precise: i dati devono essere personali, privi di interesse pubblico e non più attuali. OpenAI, ad esempio, ha previsto moduli dedicati per esercitare questi diritti, ma il processo rimane meno immediato rispetto a quello previsto per i tradizionali motori di ricerca.
Il rischio, denunciano esperti e giuristi, è che il diritto all’oblio possa tornare a essere ciò che era prima del 2014: una tutela teorica, difficile da applicare concretamente.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Multe ai giornalisti, la Corte Ue: stop se violano la libertà di stampa
La Corte Ue ha confermato che una sentenza che impone un risarcimento manifestamente sproporzionato e in violazione della libertà di stampa non può essere eseguita.

Contagio Covid in ufficio: riconosciuto il diritto al risarcimento
Lunedì 17 aprile 2023 L’Inail risarcirà l’erede di un’impiegata deceduta durante le prime fasi della pandemia: questo in quanto si presume che il contagio sia…

Ricorso telematico: i problemi informatici danno diritto alla rimessione in termini?
Se un ricorso risulta tardivo in quanto depositato poco dopo la mezzanotte dell’ultimo giorno utile, per un problema di lentezza di caricamento del sistema, viene…