Sale la tensione nel panorama forense nazionale. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze, riunitosi in adunanza lo scorso 23 aprile, ha approvato una delibera con cui fa proprie le richieste avanzate dal Consiglio dell’Ordine di Bergamo, scegliendo di disertare la riunione dell’Agorà dei Presidenti degli Ordini indetta dal Consiglio Nazionale Forense (CNF) per il 29 aprile prossimo. La presenza, eventualmente, sarà garantita solo attraverso il Presidente dell’Unione Distrettuale degli Ordini Forensi della Toscana (UDOFT).
Alla base della decisione, la contestazione sul metodo e sui tempi con cui si sta procedendo alla discussione della bozza di riforma dell’Ordinamento professionale forense, elaborata dal Centro Studi del CNF. Firenze chiede, insieme a Bergamo, che il tema venga invece inserito e discusso nella sede più opportuna: il Congresso Nazionale Forense, in programma a Torino dal 16 al 18 ottobre 2025.
Richiesta di integrazione dell’ordine del giorno del Congresso
Il Consiglio fiorentino ha deliberato di attivarsi formalmente, ai sensi dello Statuto del Congresso, per ottenere l’integrazione dell’ordine del giorno del Congresso di Torino con il punto: “Esame del disegno di legge di riforma dell’Ordinamento professionale forense, valutazioni, proposte emendative e determinazioni conseguenti”, da trattare con priorità rispetto ai temi già fissati nella convocazione ufficiale.
La delibera è stata inviata a tutte le istituzioni forensi, dalla Cassa Forense all’Organismo Congressuale Forense (OCF), oltre ai Consigli degli Ordini d’Italia, alle Unioni regionali e alle associazioni di categoria.
MGA: “Riprendiamoci le prerogative del Congresso”
Nel frattempo, anche il Sindacato Nazionale Forense (MGA) si mobilita. Con una nota, ha annunciato per i prossimi giorni il lancio di una campagna a sostegno dell’integrazione dell’ordine del giorno congressuale, dapprima con una petizione online e successivamente con la raccolta di firme tra i delegati eletti per Torino.
Il Sindacato denuncia il rischio di ridurre il Congresso a un evento marginale, impegnato a discutere di temi come l’intelligenza artificiale, trascurando invece una riforma che — secondo MGA — “inciderà ben più della AI sulle vite lavorative degli avvocati”.
Il regolamento congressuale, all’art. 3 comma 6, prevede infatti che su richiesta di almeno il 25% dei delegati, l’ordine del giorno debba essere integrato. MGA chiede quindi a OCF di esercitare le proprie prerogative e di avanzare a sua volta una richiesta autonoma in tal senso.
In vista le elezioni dei delegati
A breve saranno rese note le liste dei delegati e delle delegate elette, che MGA si augura vorranno aderire a questa iniziativa “in nome della democrazia forense e della centralità politica del Congresso Nazionale”.
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