L’avvocatura preme per adeguare il costo della vita alle soglie di reddito per l’accesso al gratuito patrocinio e per l’emanazione immediata dei decreti previsti dalla riforma della Giustizia Cartabia, in relazione al patrocinio a spese dello Stato per procedimenti obbligatori di negoziazione e mediazione assistita.
L’OCF, con due delibere approvate nel fine settimana, chiama in causa il ministro della Giustizia Carlo Nordio, al fine di fronteggiare l’emergenza caro vita.
Ma a destare l’allarme è stata la risposta del 22 marzo del viceministro Sisto al question time in Commissione giustizia alla Camera. Il viceministro, infatti, ha annunciato che sta ultimando l’iter burocratico di approvazione del decreto ministeriale finalizzato all’adeguamento del tetto reddituale per i soggetti che possono beneficiare del patrocinio a spese dello Stato (art. 77 T.U.S.G.).
Tuttavia, il biennio di riferimento in questione è quello che va da giugno 2018 a giugno 2020, nel quale c’è stato anche un ribasso dell’indice dei prezzi al consumo. Come conseguenza di ciò, il tetto dovrebbe scendere da 11.746,68 euro a 11.734,93 euro, limitando la platea dei beneficiari.
Ma per l’OCF, invece, bisognerebbe prendere come riferimento proprio l’ultimo biennio, quello che ha registrato «una variazione in aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati pari ad oltre il 9,2%, ragion per cui l’aumento è necessario anche per permettere l’accesso alla platea degli esclusi, che è stato calcolato essere circa un milione di persone, che dunque si trovano in condizioni economiche tali da non potersi permettere l’accesso alla giustizia».
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Ma non solo, dato che l’impoverimento del potere d’acquisto delle famiglie italiane sarebbe «ben superiore a quanto censito dall’indice Istat e richiede persino che lo stesso D.P.R. 115/2002 venga modificato includendo in aumento, oltre alla variazione Istat, anche la rivalutazione monetaria del periodo di riferimento».
L’utilizzo del periodo biennale precedente rispetto a quello immediatamente trascorso, «crea una distorsione rispetto alle finalità proprie dell’adeguamento del tetto». L’OCF, per tali ragioni, richiede al ministro della Giustizia Nordio di «porre in essere ogni necessaria iniziativa, affinché l’emanando decreto ministeriale che modifica il tetto reddituale per l’ammissione venga adeguato effettivamente all’indice dei prezzi al consumo, prendendo quale periodo di riferimento il biennio 2020-2022».
L’Avvocatura si rivolge al ministro Nordio anche per richiedere di «porre in essere ogni necessaria iniziativa, affinché i decreti ministeriali previsti dagli articoli 15 octies d.lgs. 28/2010 e 11 octies d.l. 132/2014, introdotti dal d.lgs 149/2022, vengano emessi contestualmente alla entrata in vigore della estensione della obbligatorietà della mediazione e della negoziazione assistita, e comunque nel rispetto dei termini prescritti dal legislatore».
Con gli articoli 7,8,9,10 e 41 del Dlgs 149/2022, la riforma Cartabia del processo civile ha dato un nuovo impulso a questi istituti, prevedendo come «in numerosi casi la introduzione di un procedimento di mediazione o di negoziazione assistita è condizione di procedibilità per la persona che intenda tutelare i propri diritti».
Con la sentenza 10/2022 la Corte Costituzionale ha ritenuto lesivo nei confronti del diritto di difesa l’obbligatorietà di un procedimento che potrebbe condizionare l’esercizio dell’azione senza assicurare, contemporaneamente, la possibilità per i nullatenenti di avvalersi del gratuito patrocinio.
Il Governo, seguendo questa indicazione, ha introdotto la previsione, anche se l’emanazione dei decreti, a questo punto, «non può essere ulteriormente ritardata rispetto al termine dei sei mesi previsto dalle norme».
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