“Apprendiamo con grande soddisfazione la volontà del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di voler introdurre la figura dell’avvocato in Costituzione, come ruolo consustanziale alla cultura della giurisdizione“. Lo afferma in una nota l’avvocato Antonella Trentini, presidente dell’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici, che commenta le parole del ministro Nordio pronunciate durante l’inaugurazione dell’anno accademico a Roma al Cnf.
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“L’Italia, benché culla del diritto, sconta un ritardo notevolissimo sulla protezione dei tutori della legalità e della difesa, sia con riguardo agli altri Paesi europei, sia con riguardo a Paesi extraeuropei“, afferma il presidente Unaep. “Il riconoscimento del ruolo dell’avvocato passa solo dalla Costituzione, da attuarsi mediante una modifica o dell’art. 111 o dell’art. 24, in cui inserire la libertà e l’autonomia del professionista e la necessità della difesa tecnica, da rendere paritetiche all’autonomia e libertà del giudice”.
“Le parole del ministro Nordio – conclude l’avvocato Trentini – ci fanno ben sperare che anche nei politici stia maturando la convinzione che senza portare sullo stesso piano l’avvocatura e la magistratura qualsiasi riforma di qualsiasi processo non otterrà mai una vera funzionalità in linea con i tempi, oramai maturi per tale riforma, l’unica davvero innovativa in termini di civiltà giuridica e di effettività delle modifiche, perché se non si parte ponendo sullo stesso piano costituzionale – e dunque di garanzia – le parti del processo, quella che deve difendere e quella che deve decidere o accusare, qualsiasi riforma sarà sempre destinata a non produrre gli effetti voluti“.
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