ROMA – La giustizia si prepara a una vera e propria rivoluzione “virtuale” per onorare gli impegni presi con l’Unione Europea nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha approvato una serie di delibere che segnano l’avvio di un’operazione complessa e ambiziosa: l’assegnazione di 500 magistrati “da remoto” per smaltire l’arretrato civile e ridurre la durata dei processi, con una scadenza fissata al 30 giugno 2026.
Le due velocità della giustizia
La fotografia scattata dal CSM, come emerge dall’ordine del giorno del Plenum, rivela un Paese profondamente diviso. L’analisi mostra che le aree più critiche, le cosiddette “zone rosse”, si concentrano quasi esclusivamente nel Sud e nelle Isole. Tra i tribunali di primo grado, ben 38 sedi sono in piena emergenza, rappresentando il 50% in più rispetto a quelli che hanno già raggiunto o si avvicinano agli obiettivi. La situazione è particolarmente allarmante a Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Firenze, Palermo, Potenza, Reggio Calabria e Taranto, che avranno la massima priorità nelle assegnazioni.
Al contrario, alcune corti d’Appello come Ancona, Bari, Genova, L’Aquila e Venezia hanno già superato i target, riducendo l’arretrato del 60% rispetto al periodo 2018-2022 e la durata dei processi del 40% rispetto al 2019. Anche le corti di Trieste, Milano e Trento mostrano performance virtuose, mantenendo il cosiddetto Disposition Time (la durata media di un processo) al di sotto di un anno.
Una chiamata alle armi per 500 toghe
Il piano del CSM si basa su un principio di volontariato e flessibilità. L’interpello si rivolge all’intera magistratura ordinaria, chiedendo ai giudici di rendersi disponibili per la gestione da remoto di un minimo di 50 fascicoli pro capite. Si stima che l’operazione possa portare allo smaltimento di 25mila fascicoli in meno di 300 giorni.
La sfida è notevole, soprattutto considerando che la platea dei potenziali candidati è di circa 2.609 magistrati, il che significa che circa un giudice su cinque dovrebbe farsi carico di un carico di lavoro aggiuntivo proveniente da altri distretti. La richiesta è estesa anche ai magistrati con incarichi direttivi, semi-direttivi o a quelli che operano nel settore penale, purché abbiano un’esperienza pregressa nel civile.
L’interpello si aprirà il 4 settembre e si chiuderà l’8 settembre, con l’applicazione effettiva che durerà fino alla scadenza del Pnrr, il 30 giugno 2026. La distribuzione delle toghe “virtuali” sarà guidata dai dati sulle necessità più urgenti: Napoli ne riceverà 67, Venezia 66 e Bologna 24, a riprova di come le assegnazioni siano mirate a compensare le carenze maggiori.
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