La giustizia continua a mostrare il suo lato più fragile, con processi lenti che costano caro allo Stato e una situazione carceraria critica, aggravata da sovraffollamento e un preoccupante numero di suicidi.
Nel 2024, la Corte d’Appello di Venezia ha accolto 335 istanze relative alla cosiddetta “legge Pinto”, che prevede risarcimenti per la violazione dei termini ragionevoli di durata dei processi. Risultato? Lo Stato ha dovuto pagare oltre 2 milioni di euro per la cosiddetta “giustizia lumaca”. Tra queste istanze, 137 sono state depositate nel corso dell’anno, mentre altre 198 risalivano agli anni precedenti, con alcune addirittura bloccate dal 2016. Inoltre, 360 mila euro sono stati liquidati per 13 casi di ingiusta detenzione, compreso un risarcimento record di 90 mila euro a un detenuto incarcerato per errore giudiziario.
La situazione nelle carceri
Le condizioni nelle carceri venete restano gravi. Al 30 giugno 2024, il numero di detenuti era 2675, a fronte di una capienza regolamentare di 1947 posti, con un sovraffollamento di 728 persone. Questo squilibrio si riflette in dati preoccupanti: 8 suicidi in un anno, di cui 5 nel carcere di Verona, accompagnati da 139 tentativi di suicidio e 687 atti di autolesionismo.
Secondo il presidente della Corte d’Appello, Carlo Citterio, «la pena espiata in queste condizioni ha un tasso di sofferenza eccessivo», un aspetto che contribuisce a episodi tragici, spesso nei penitenziari più sovraffollati. Per affrontare l’emergenza, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ha annunciato nuovi investimenti, con l’inaugurazione di una nuova ala al carcere Due Palazzi di Padova, e l’imminente apertura del nuovo istituto per minori a Rovigo. Ostellari ha sottolineato l’importanza della formazione e del lavoro per i detenuti, oltre a un piano di prevenzione dei suicidi.
Mafia, corruzione e altre piaghe
Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale Federico Prato ha richiamato l’attenzione sull’attività mafiosa nel Veneto, trovando il sostegno del governatore Luca Zaia, che ha sottolineato la necessità di «non abbassare la guardia».
Imbarazzo, invece, per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, presente tra il pubblico, che è coinvolto in un’inchiesta per corruzione insieme al suo collaboratore Morris Ceron.
I numeri tra luci e ombre
Nonostante tutto, ci sono segnali positivi. Negli ultimi tre anni, la Corte d’Appello di Venezia ha ridotto del 30,3% la pendenza nel settore civile. Anche i tribunali di Padova e Rovigo hanno mostrato miglioramenti nel penale, con una riduzione delle pendenze rispettivamente del 44% e del 32%. Tuttavia, a Venezia si registra un incremento del 39%, legato ai maxi-processi di criminalità organizzata e alle controversie per la cittadinanza dei brasiliani.
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