Il dibattito sul futuro della giustizia si accende con le recenti dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e la risposta critica di Claudia Ratti, Segretario Generale di Confintesa Funzione Pubblica.
Al centro della discussione, il riconoscimento dei meriti nella gestione del sistema giudiziario e le sfide ancora aperte per il suo miglioramento. Durante un’intervista alla trasmissione XXI secolo, il ministro Nordio ha sottolineato i progressi compiuti grazie alle recenti riforme e ai concorsi avviati per colmare le carenze di personale. “Voglio sottolineare subito che il merito dei risultati finalmente positivi va riconosciuto principalmente alla magistratura. Per la prima volta dalla nascita della Repubblica, entro il 2026, ovvero entro un anno, riusciremo a colmare il vuoto nell’organico dei magistrati, che attualmente registra una carenza del 15%. Questo risultato sarà possibile grazie a ben cinque concorsi in corso,” ha dichiarato. Il Ministro ha inoltre evidenziato l’impegno nella digitalizzazione e nel processo telematico, definendoli strumenti chiave per modernizzare il sistema giudiziario, pur ammettendo le difficoltà inevitabili di ogni innovazione: “Stiamo procedendo a ritmo accelerato e, oltre alle nuove assunzioni di personale amministrativo e magistratuale, stiamo lavorando per rendere il sistema più efficiente e moderno.”
La replica di Claudia Ratti: “Il sistema funziona grazie a tutti”
Le dichiarazioni del Ministro hanno suscitato una reazione critica da parte di Claudia Ratti, Segretario Generale di Confintesa Funzione Pubblica, che ha espresso perplessità sull’enfasi posta esclusivamente sulla magistratura.
“Un Ministro della Giustizia, rappresentante di tutto il personale del settore – sia magistratuale che amministrativo – dovrebbe riconoscere che l’intero sistema giudiziario funziona solo grazie alla collaborazione di tutte le sue componenti,” ha affermato Ratti.
Secondo Ratti, paragonare il Ministero della Giustizia a un orologio ben sincronizzato evidenzia l’importanza di ogni ingranaggio, ovvero di tutto il personale, per il funzionamento armonioso del sistema. Pur apprezzando l’assunzione di 10.000 nuovi dipendenti, definita un passo necessario per affrontare la cronica carenza di organico, Ratti ha sottolineato che il merito non può essere attribuito solo ai nuovi arrivati o ai magistrati: “La loro professionalità, per quanto valida, non può cancellare il contributo straordinario di quelle 25-30 mila persone che, con sacrificio e dedizione, hanno sostenuto la macchina della giustizia per decenni.”
Infine, Ratti ha invitato il ministro Nordio a visitare gli uffici giudiziari e a confrontarsi direttamente con i lavoratori per comprendere le sfide quotidiane e valorizzare il contributo di tutto il personale. “Solo attraverso un confronto costruttivo sarà possibile migliorare ulteriormente il sistema e valorizzare appieno il contributo di tutti.”
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