Rosa Colucci 29 Maggio 2024

mediazione stretta di mano

Giustizia; Gallo (Ocf): “Il Ministero della giustizia cancelli le faq sugli organismi di mediazione dal proprio sito e apra confronto con le rappresentanze dell’avvocatura”

Il Ministero della Giustizia minaccia di sospendere le attività degli Organismi di Mediazione, con il rischio di paralizzare le mediazioni in corso in danno dei cittadini.

E’ l’allarme lanciato dall’Organismo Congressuale Forense (OCF), alla luce delle FAQ pubblicate lo scorso 14 maggio sul sito dello stesso Ministero.

“Sconcerta che il Ministero della Giustizia indichi che l’Avvocato il quale intenda divenire responsabile di un organismo debba dimostrare di possedere la qualifica di mediatore, nonostante il chiaro disposto dell’art. 4-bis del D. Lgs. 28/2010 secondo il quale gli avvocati iscritti all’albo sono di diritto mediatori. E preoccupa poi il rischio di una complessiva privatizzazione della mediazione, che potrebbe derivare da un’altra pretesa delle FAQ, ovvero che non potrà essere nominato responsabile dell’organismo il Presidente del Consiglio dell’Ordine o un consigliere, in danno della parità di trattamento tra Organismi pubblici e privati e della libera scelta per i cittadini di rivolgersi agli uni o agli altri”.

Lo dichiara il segretario dell’OCF, Accursio Gallo.

“Riteniamo inaccettabile – continua Gallo – che delle semplici FAQ portino ad annullare i fondamentali tratti distintivi tra Organismi pubblici e privati, con una interpretazione del tutto estensiva delle norme primarie e secondarie, oltretutto in prossimità della scadenza del termine di adeguamento fissato dal DM n. 150/2023 (15 agosto 2024), e a maggior ragione considerato che parrebbe siano in corso di adozione alcune modifiche normative”.

“Chiediamo dunque che il Ministero provveda alla immediata revoca delle FAQ, quanto meno nelle parti censurate sopra e avvii un aperto confronto con le rappresentanze dell’avvocatura. Venga in ogni caso prorogato il termine fissato dall’art. 43 1° co. DM n. 150, e si determini che, nel caso in cui venisse ravvisata una mancanza di conformità alla normativa da parte dell’Organismo, si conceda un termine di adeguamento, senza adottare allo stato automatici provvedimenti di sospensione” – conclude il segretario dell’Organismo Congressuale Forense.

 


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