Giornate di alta tensione tra governo e magistrati, con il ministro della Giustizia Carlo Nordio impegnato a evitare che il confronto sulle riforme, in particolare sulla separazione delle carriere, si trasformi in una “guerra senza quartiere”.
Il nodo del nuovo illecito disciplinare
Venerdì il Consiglio dei Ministri discuterà il decreto Giustizia, che prevede una stretta sui magistrati che non si astengono in presenza di “gravi ragioni di convenienza”. Nordio ha ribadito che i magistrati devono esprimere pareri tecnici sulle leggi, ma senza entrare nel merito politico. Una precisazione che potrebbe aprire spiragli per una mitigazione del decreto.
Il confronto con l’Anm
Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha proposto di limitare il nuovo illecito disciplinare ai soli casi di conflitto d’interessi. Una posizione che Nordio sembra disposto a considerare, anche se dovrà convincere esponenti di peso della maggioranza, come Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che puntano a norme più rigide contro le decisioni ritenute “politicamente orientate”.
Lo scenario verso il referendum
L’approvazione del decreto apre una fase critica in vista del referendum sulla separazione delle carriere. Nordio teme che un clima di scontro esasperato possa compromettere il dibattito e l’esito della consultazione. Intanto, il ministro potrebbe contare sull’appoggio di Forza Italia, pronta a proporre modifiche al decreto durante l’iter parlamentare.
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