Redazione 30 Giugno 2025

Giustizia a rischio paralisi: ad Alessandria metà degli amministrativi senza contratto tra un anno

ALESSANDRIA — La giustizia rischia di restare senza personale. È l’allarme lanciato dalle rappresentanze sindacali del Tribunale di Alessandria, dove entro un anno metà del personale amministrativo potrebbe trovarsi senza contratto. Dei circa 80 dipendenti oggi operativi nel palazzo di giustizia alessandrino, 40 hanno un contratto in scadenza il 30 giugno 2026, facendo parte dei 12.000 precari della giustizia assunti negli ultimi anni grazie ai fondi del PNRR per rafforzare gli uffici giudiziari italiani.

Secondo quanto previsto dal Ministero della Giustizia, solo il 50% di questi lavoratori potrebbe essere stabilizzato. Una prospettiva che, se confermata, dal 1° luglio 2026 lascerebbe disoccupati circa 6.000 dipendenti su scala nazionale e priverebbe Alessandria di metà del personale amministrativo, figure essenziali per il funzionamento quotidiano di cancellerie, uffici per il processo e archivi digitali.

Il cuore amministrativo della giustizia locale

Tra i contratti in scadenza figurano addetti all’Ufficio per il Processo, operatori data entry e tecnici amministrativi selezionati tramite concorso pubblico, oggi indispensabili per tenere in piedi un apparato giudiziario da anni in sofferenza per mancate assunzioni e carenze strutturali. La loro attività ha garantito in questi anni l’operatività di un Tribunale già appesantito dall’accorpamento di sedi giudiziarie provinciali e dall’estensione della competenza territoriale fino ad alcuni comuni della provincia di Asti.

Le rappresentanze sindacali unitarie del Tribunale, attraverso una nota congiunta firmata da USB P.I. Giustizia, UNSA, Confintesa e FP CGIL, hanno definito il piano ministeriale di stabilizzazione “fumoso” e carente di trasparenza, lamentando l’assenza di criteri chiari per la selezione dei lavoratori da confermare.

Sindacati sul piede di guerra

Per i sindacati, l’ipotesi di dimezzare l’organico è inaccettabile. I lavoratori precari — tutti vincitori di concorso e già ampiamente formati — sono considerati indispensabili per la tenuta del sistema. Un loro allontanamento produrrebbe un effetto devastante in un settore pubblico cruciale come quello della giustizia, soprattutto alla luce dei prossimi pensionamenti tra il personale di ruolo, destinati a svuotare ulteriormente gli uffici.

«È assurdo pensare di ridurre ulteriormente l’organico» hanno denunciato le RSU, ricordando come la cronica carenza di personale sia una delle cause principali dei rallentamenti nei procedimenti e della difficoltà a garantire servizi efficienti ai cittadini.

Assemblea pubblica il 1° luglio

Per richiamare l’attenzione sulla questione, è stata convocata per il 1° luglio 2025 un’assemblea pubblica presso l’Aula Assise del Palazzo di Giustizia, dalle 9.30 alle 11.30. Un appuntamento simbolico e concreto, a un anno esatto dalla possibile scadenza dei contratti, che vedrà la partecipazione di magistrati e istituzioni giudiziarie locali. Sono previsti gli interventi del Presidente del Tribunale Paolo Rampini, della Presidente della Sezione Civile Antonella Dragotto e della Presidente della Sezione Penale Maria Teresa Guaschino.

L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione e ribadire la richiesta di un intervento politico deciso, capace di salvaguardare i posti di lavoro e garantire continuità ed efficienza al servizio giustizia sul territorio.


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