Sono stati pubblicati i risultati di Future Ready Lawyer 2023, ricerca globale eseguita da Wolters Kluwer, che attestano che il settore legale si sta adattando alle novità tecnologiche degli ultimi tempi, come, per esempio, l’intelligenza artificiale generativa.
Dichiara l’Ad di Wolters Kluwer: «Anche in un mondo dove ChatGPT e altre forme di AI sono sempre più utilizzate la professione legale continua a trarre la propria forza dalle relazioni umane. Tuttavia, la ricerca Future Ready Lawyer 2023 evidenzia che gli avvocati riconoscono il ruolo centrale della tecnologia nel creare valore aggiunto per le loro organizzazioni e per la società nel suo complesso. Che si tratti di migliorare la collaborazione, consolidare le relazioni o migliorare i flussi di lavoro, la tecnologia è l’elemento trainante dell’intero settore legale verso il futuro».
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Per Giulietta Lemmi, Ad di Wolters Kluwer Italia, siamo di fronte alla dimostrazione che il «settore legale sia alle prese con un periodo di cambiamenti senza precedenti. La tecnologia si conferma ancora una volta quale principale elemento di cambiamento», prosegue.
«Per l’87% degli intervistati, infatti, questa ha migliorato il lavoro quotidiano degli avvocati e degli studi legali. In questi anni abbiamo visto un costante incremento del suo utilizzo, ma mai come ora le tecnologie diventano fondamentali per favorire produttività ed efficienza. Dalla survey emerge inoltre la grande attenzione alle tematiche esg da parte delle aziende e la conseguente richiesta di consulenza professionale anche da un punto di vista legale».
Soltanto da poco gli avvocati hanno cominciato ad utilizzare l’Intelligenza Artificiale Generativa. Il 73% dei professionisti che hanno preso parte alla ricerca si aspettano di utilizzare l’IA per il proprio lavoro entro il 2024.
Il 43% degli avvocati ritiene che questo strumento sia un’opportunità mentre il 25% la considera una minaccia. In ogni caso, la maggioranza degli avvocati pensa che la tecnologia sia qualcosa di fondamentale per l’esercizio della professione legale, e l’87% dichiara che ha di gran lunga migliorato il loro lavoro.
Il 46% pensa di sfruttare del tutto la tecnologia, mentre il 50% si trova in fase di transizione. Il 4%, invece, pensa di non sfruttarla quanto dovrebbe.
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