“Non possiamo promuoverli tutti, stiamo bassi” sottoposto alle verifiche del ministero della Giustizia
Non c’è pace per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato in questo 2021. In effetti, stanno facendo polemica le affermazioni da parte dei commissari di Lecce agli orali di Brescia. L’audio è ora sottoposto alle verifiche del ministero della Giustizia, dopo che le associazioni dei praticanti hanno chiesto aiuto alla Cantabria.
Un sistema volto al contingentamento all’accesso secondo uno standard di spazio
Nel corso di questi ultimi mesi ci è capitato di scrivere in merito all’esame di abilitazione per aspiranti avvocati. Tuttavia, se pensavamo che le problematiche e successive polemiche ad esso connesse fossero concluse, ci sbagliavamo. Infatti, qualche giorno fa è emerso, fragoroso, il caso dell’audio di Brescia finito sul web e nella chat.
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Nello specifico, lo scorso 4 giugno, i commissari di Lecce inviati a Brescia, valutando un aspirante avvocato, dimenticano l’audio accesso. Dunque, tutti i collegati hanno ascoltato in diretta affermazioni quali: «Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti, stiamo bassi». Infine, l’audio finisce dapprima sul web e nelle chat, successivamente nelle mani del ministero della Giustizia, per verifiche.
A tal proposito si esprime il Coordinamento dei giovani giuristi italiani, esplicitando la consapevolezza che non tutti possano abilitarsi alla professione forense. Tuttavia, si tiene a precisare altresì che questo è “un sistema volto al contingentamento all’accesso non secondo uno standard di merito”. Infatti, anche nella sua versione di “orale rafforzato”, l’esame per l’esercizio della professione palesa una realtà basata su criteri di “spazio”.
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