Manca ancora molto a dicembre, mese durante il quale si terranno le prove d’esame per diventare avvocato. Eppure, l’argomento è più vivo che mai grazie ad alcune novità.
A essere sinceri, più che di novità si tratta di non-novità.
ESAME PER DIVENTARE AVVOCATO: LA RIFORMA CHE NON ARRIVA MAI
Lo avrete già letto.
Tra le tante cose, il Decreto Milleproroghe, D.L. n. 162/2019, va a toccare anche la riforma dell’esame per diventare avvocato, stabilendo una nuova proroga alla sua entrata in vigore.
Nello specifico, il decreto modifica l’art.49, comma 1 della legge 247/2012, spostando l’applicazione delle nuove regole in avanti da 7 a 9 anni dall’entrata in vigore della medesima legge.
Ciò significa che per altri due anni gli esaminandi potranno affrontare le prove scritte di diritto civile e penale, nonché la redazione dell’atto giudiziario a scelta, utilizzando i codici commentati con la giurisprudenza.
COSA PREVEDE LA RIFORMA
La legge 247/2012 prevede diverse modifiche alle modalità di esame di abilitazione forense.
Le principali sono:
-il divieto di utilizzare i codici commentati,
-la riduzione a 6 ore della prova d’esame,
-l’ottenimento dell’idoneità in tutte e tre le prove scritte (parere civile, parere penale, atto civile-penale-amministrativo)
-l’obbligatorietà all’esame orale di civile, penale, procedura civile e procedura penale.
MEGLIO COSÌ? FORSE NO
L’idea di affrontare l’esame per diventare avvocato avvalendosi ancora dei codici commentati sicuramente allevia le pene degli esaminandi più ansiosi, ma c’è chi fa notare come la mancata entrata in vigore della riforma possa, in realtà, giocare a sfavore di tutta la categoria.
Sulla pagina Facebook ufficiale, il Coordinamento Giovani Giuristi Italiani fa notare che questo continuo slittamento (4 proroghe finora) porta con sé alcune conseguenze negative:
- la disarmonia tra i corsi di preparazione, che da alcuni anni sono ormai costruiti tenendo conto delle nuove modalità d’esame, e l’esame stesso che invece continua a essere organizzato nel vecchio modo;
- la necessità di continuare ad acquistare codici commentati, i cui prezzi non sono certo irrisori, a tutto favore delle case editrici.
Oltre a ciò, i Giovani Giuristi fanno anche notare l’assenza di riforme strutturali per l’accesso e il rilancio della professione forense che servirebbero a far fronte ai problemi della professione, come i redditi in calo, le difficoltà del ricambio generazionale, la conciliazione vita-lavoro, la condizione del mercato e l’efficienza del sistema giudiziario.
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