Continua la saga dell’esame di abilitazione forense 2021.
Con un apposito decreto in attesa di firma del Presidente della Repubblica, la prova scritta è sostituita con una prova orale della durata di 1 ora.
La nuova prova scritta sarà incentrata su un caso pratico di cui il candidato dovrà fornire la soluzione. Al candidato verrà data la possibilità di scegliere la materia di riferimento tra civile, penale e amministrativo.
ESAME DI ABILITAZIONE FORENSE: COME FUNZIONA LA NUOVA PROVA ORALE
La nuova prova orale dell’esame di abilitazione forense sarà gestita da una sottocommissione composta da tre membri (con un avvocato per presidente).
Prima della prova di ciascun aspirante, la commissione sceglierà 3 quesiti che saranno posti all’interno di 3 buste chiuse. Il candidato dovrà scegliere la busta e procedere con l’analisi del caso e poi la discussione.
I quesiti saranno predisposti seguendo le linee guida stabilite dalla Commissione Centrale.
Tutta la prova si svolgerà da remoto ma con il candidato presso la sede della prova d’esame. Insieme al candidato sarà presente il segretario della seduta.
Ogni membro della commissione potrà valutare il candidato con un massimo di 10 punti. Per accedere alla seconda prova, il candidato dovrà ottenere almeno un punteggio di 18.
La seconda prova consisterà nella discussione di argomenti relativi a 5 materie scelte dal candidato: una tra diritto civile o penale, una tra diritto processuale civile o diritto processuale penale, e tre tra diritto costituzionale, amministrativo, commerciale, tributario lavoro, internazionale privato, dell’Unione europea o ecclesiastico.
I DUBBI DEL CNF
Il CNF ha collaborato con il Ministero della Giustizia per giungere a una soluzione che permettesse lo svolgimento dell’esame di abilitazione forense durante l’emergenza Covid. Nonostante ciò, Maria Masi, presidente facente funzioni del CNF, ha sollevato alcuni dubbi sul testo del decreto:
«il Cnf nutre alcune perplessità, relativamente alla formulazione del testo del decreto, per l’effettiva garanzia di equilibrio e parità di trattamento nei confronti di tutti coloro che affronteranno il primo colloquio orale. […] Il Cnf aveva suggerito che i quesiti del primo orale, sostitutivo della prova scritta e della durata di una sola ora, fossero elaborati centralmente dal Ministero stesso in modo di assicurare a tutti i candidati una condizione di omogeneità. Il Cnf interloquirà con il ministero della Giustizia e con la commissione centrale d’esame per verificare che non sussista un eventuale rischio di disparità di trattamento per gli aspiranti avvocati»
[Fonte: Sole24Ore – “Esame avvocati: niente prove scritte e due orali”]
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