29 Gennaio 2020

equo compenso

Equo Compenso 2020

Qualche giorno fa Chiara Gribaudo, responsabile del Dipartimento del lavoro del PD, ha presentato un emendamento cofirmato da Andrea Orlando, vicesegretario DEM ed ex ministro della giustizia, indirizzato a rafforzare la disciplina dell’equo compenso.

Era stato lo stesso Orlando, nel 2017, a introdurre l’equo compenso per:

tutelare i professionisti da clausole contrattuali considerate vessatorie, come: tempi di pagamento superiori a 60 giorni, anticipo dei costi da parte del professionista, mancata definizione dei rimborsi spesa;

limitare le prestazioni lavorative gratuite a favore della Pubblica Amministrazione (ma anche banche e assicurazioni);

imporre retribuzioni decorose e congrue.

Sfortunatamente, nel corso di questi 2 anni l’obbligo a una retribuzione decorosa e congrua non è stato affatto rispettato. Un esempio su tutti è il bando emesso dal MEF nel marzo 2019 destinato a consulenti in materia societaria e finanziaria (trovi informazioni nell’articolo “La pubblica amministrazione ha il diritto di richiedere prestazioni lavorative gratuite ai professionisti?).

Il nuovo emendamento cerca di risolvere il problema alla radice, impedendo alle P.A. di emanare bandi che non prevedono alcun compenso per il professionista.

EQUO COMPENSO NON SOLO PER GLI AVVOCATI

Nel nuovo emendamento non si parla chiaramente di equo compenso ma dei «bandi o le selezioni per servizi professionali effettuati dalle Pubbliche Amministrazioni» indicando che «non possono prevedere alcuna clausola di gratuità ». Inoltre «è fatto divieto di prevedere corrispettivi dal valore simbolico e non proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione. Tali clausole, ove previste, sono nulle e il compenso del professionista è determinato dal giudice tenendo conto dei parametri previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia adottato ai sensi dell’articolo 13, comma 6 della legge 31 dicembre 2012, n. 247».

Sebbene pensato principalmente in riferimento agli avvocati, il contenuto dell’emendamento è volutamente generico in modo tale da renderlo applicabile ad altre categorie di professionisti che possono ricevere incarichi da parte della Pubblica Amministrazione.

Per i professionisti non organizzati in ordini o collegi, i parametri dovranno essere definiti dal Ministero dello Sviluppo Economico dopo aver sentito le associazioni più rappresentative dei diversi settori.

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