Roma 10 marzo 2025 – L’Organismo Congressuale Forense, con riferimento al recente disegno di legge in tema di violenza di genere e alle sue ricadute processual–penalistiche, ribadisce, come già ampiamente fatto in occasione del D.D.L. c.d. sicurezza, che è totalmente contrario a progetti di riforma ispirati a una visione illiberale del diritto penale, ideati in spregio ai diritti dell’individuo e ai valori della Costituzione e che trasformano il processo in una esecuzione sommaria fin dal momento delle indagini.
Il recente disegno di legge prevede tutta una serie di modifiche che hanno un unico denominatore comune, ossia il ricorso al carcere quale panacea dei mali. Siamo all’ennesima strumentalizzazione della giustizia penale alla ricerca di facile consenso elettorale.
Non può che prendersi le distanze da norme che discriminano in maniera incostituzionale il medesimo delitto in ragione del genere, così come va stigmatizzato l’ennesimo aumento delle pene, l’inclusione tra i reati ostativi dei delitti di maltrattamenti in famiglia e di stalking, l’introduzione di aggravanti, la marginalizzazione dell’accusato nel processo a vantaggio della persona offesa. Insomma, il diritto penale assume un volto marcatamente repressivo che criminalizza attraverso generalizzazioni l’individuo prima del processo e rende impossibile la difesa di chi è accusato di taluni reati, catalogo sempre in aumento.
Si riafferma con decisione che la prevenzione e la tutela della vittima non può essere affidata all’aumento delle pene o a slogan elettorali applicati al diritto penale. Peraltro, l’inefficacia di tali misure ai fini preventivi è dimostrata dall’aumento dei delitti negli ultimi anni nonostante il c.d Codice Rosso e le altre misure repressive adottate.
Al contempo, mancano seri interventi sul sociale e che diffondano una cultura del rispetto verso la donna e in genere l’altrui persona. Si auspica che lo stesso Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica pongano rimedio e blocchino una riforma che porterà a gravi ingiustificati sacrifici della libertà dell’innocente e a delineare un processo penale fortemente ingiusto.
Così in una nota l’Organismo Congressuale Forense.
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