L’Aula del Senato ha dato il via libera al disegno di legge delega sull’Intelligenza Artificiale con 85 voti favorevoli e 42 contrari. Il provvedimento, che ora passa all’esame della Camera, introduce una serie di disposizioni che regolano l’uso dell’AI in diversi settori, con particolare attenzione alla giustizia, alle professioni intellettuali e alla tutela del diritto d’autore.
AI e professioni intellettuali: trasparenza e limiti
L’articolo 13 del Ddl stabilisce che i professionisti possano utilizzare sistemi di intelligenza artificiale solo come strumenti di supporto e senza che questi sostituiscano l’apporto intellettuale umano. Inoltre, il rapporto con il cliente deve essere preservato attraverso un obbligo di trasparenza: chi fa uso di AI deve informare il cliente con un linguaggio chiaro e comprensibile.
AI in tribunale: solo per ricerca e organizzazione
Per quanto riguarda la giustizia, il Ddl limita l’uso dell’AI alle attività di organizzazione e semplificazione del lavoro giudiziario, oltre che alla ricerca giurisprudenziale e dottrinale. La decisione su ogni caso, l’interpretazione delle norme e la valutazione delle prove restano prerogative esclusive dei magistrati. Inoltre, viene esclusa la competenza del giudice di pace per le cause legate all’intelligenza artificiale, riservandole ai tribunali ordinari.
Diritto d’autore: l’AI può creare, ma serve un contributo umano
Uno dei temi più delicati è la tutela del diritto d’autore. L’articolo 25 del disegno di legge prevede che le opere realizzate con l’ausilio dell’AI possano essere protette, ma solo se vi è un contributo intellettuale umano riconoscibile. Questo intervento mira a bilanciare innovazione e tutela degli autori.
Codice penale: nuove aggravanti per i reati commessi con l’AI
Il Ddl introduce anche modifiche al codice penale. Viene prevista una circostanza aggravante per i reati commessi con il supporto di sistemi di AI e viene introdotto un nuovo reato che punisce la diffusione illecita di contenuti generati o manipolati con intelligenza artificiale.
Alfabetizzazione e cybersicurezza: il ruolo dello Stato
Il testo prevede inoltre una strategia nazionale per l’AI, con un ruolo chiave affidato alla Presidenza del Consiglio. Sono previsti investimenti per 1 miliardo di euro destinati a ricerca, cybersicurezza e formazione. Il Governo avrà il compito di adeguare la normativa italiana al Regolamento UE del 2024, introducendo corsi di alfabetizzazione sull’AI nei percorsi scolastici e universitari.
Con queste misure, il Senato ha posto le basi per una regolamentazione più stringente dell’intelligenza artificiale, cercando un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali. Ora il testo attende il via libera della Camera.
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