Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto giustizia, ma ha escluso due delle misure più dibattute: il cosiddetto “bavaglio” ai magistrati e la riforma sul coordinamento delle inchieste sul crimine cibernetico, che avrebbe attribuito nuovi poteri al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
Nel testo approvato, spiccano invece un potenziamento delle norme sull’uso del braccialetto elettronico per contrastare la violenza sulle donne e una modifica che consente al Commissario straordinario per l’edilizia carceraria di approvare progetti per nuove carceri senza l’intesa con le Regioni interessate.
Le esclusioni hanno generato tensioni nella maggioranza. La norma disciplinare sui magistrati, che prevedeva sanzioni per mancata astensione dai procedimenti in caso di “gravi ragioni di convenienza”, è stata accantonata. Salvatore Casciaro, segretario dell’ANM, ha espresso soddisfazione, definendola “mal formulata e pericolosa”.
Sul cybercrime, nonostante le rassicurazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano, il dissenso interno, soprattutto da Forza Italia, ha fatto naufragare la proposta. Rimane dunque un nodo irrisolto, segnalando che la piena intesa tecnica e politica è ancora lontana.
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