Soffrono anche i notai. Secondo i dati diffusi dalla Cassa del Notariato riguardo le disparità in questa categoria si nota come lo stereotipo del notaio affermato e ricco debba essere aggiornato e declinato voce per voce.
Ci sono sempre meno atti notarili: si è passati dai 4,6 milioni del 2010 ai 3,9 milioni del 2022. Soffrono soprattutto i giovani e le donne: «Per un giovane sotto i 35 anni, nel primo anno di attività, il repertorio non supera i 20mila euro, e in alcuni casi, come nel 2020, si è fermato a poco più di 12mila euro», spiega il Presidente della Cassa del Notariato Vincenzo Pappa Monteforte.
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Di certo, di fronte agli stipendi dei lavoratori dipendenti e agli incassi degli autonomi, il notaio registra introiti importati. Gli under 45, per esempio, nel 2022 hanno dichiarato un repertorio medio di 83mila euro, ovvero, oltre il doppio dei 37mila euro di reddito medio degli altri liberi professionisti.
Tuttavia, il confronto con il passato preoccupa: nel 2006, lo stesso giovane dichiarava più di 126mila euro di compensi. Nel giro di 15 anni, dunque, si è perso oltre un terzo del valore.
La crisi, in realtà, colpisce anche i senior, visto che nello stesso identico periodo tutti i notai over 45 hanno perso circa il 31% del valore del loro repertorio.
Alle donne va peggio
Alle donne va ancora peggio, con un gender pay gap che attraversa l’intera categoria, a prescindere dall’età. Sotto i 40 anni una donna, in media, guadagna 58mila euro, mentre un uomo ne guadagna 91mila.
Il divario si allarga all’apice della carriera: nella fascia d’età tra 50 e 59 anni, i notai uomini raggiungono 128.911 euro, mentre le colleghe donne 79.565: si tratta di una differenza del 40%.
I numeri parlano chiaro
Per Pappa Monteforte, «i numeri parlano chiaro. La categoria sta conoscendo i fenomeni del prepensionamento e del calo delle vocazioni, entrambi sinonimi di una sostanziale sconfitta del sistema notariato».
Si tratta di «tematiche che non possono essere analizzate senza riflettere sulla troppo diseguale ripartizione interna della ricchezza e sul payback, cioè sul tempo necessario per ripagarsi gli studi, comparando costi, mancati introiti e successiva crescita professionale, oramai anche nel notariato vicino ai 10 anni».
I notai di nuova nomina, nell’ultimo quinquennio, sono stati 757, 400 uomini e 357 donne, e rappresentano il 15% della popolazione notarile attiva al 31 dicembre 2022.
Conclude il presidente: «Dobbiamo trasmettere ai giovani notai un messaggio chiaro: solo muovendosi tempestivamente possono costruire un’età avanzata serena. La soluzione c’è già e si chiama pensione modulare. Attraverso una contribuzione complementare si permette a ciascun iscritto attivo di aumentare in misura volontaria la propria aliquota contributiva, al fine di ottenere una pensione più elevata».
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