Gli italiani tornano a spendere, ma con nuove priorità. A dirlo è l’Ufficio Studi di Confcommercio, che in un’analisi sui consumi delle famiglie negli ultimi trent’anni fotografa un cambiamento radicale nelle abitudini di spesa: tecnologia e tempo libero crescono a ritmi vertiginosi, mentre cibo ed energia scivolano ai minimi storici.
Tecnologia superstar: +3.000%
Nel 1995 la spesa pro capite per informatica e telefonia era marginale. Oggi rappresenta uno dei motori principali dei consumi, con un incremento reale di quasi il 3.000%. Solo nel 2025 la spesa media per apparecchiature informatiche ha toccato i 248 euro, contro i 44 euro registrati nel 2007.
Il tempo libero accelera
La voglia di svago non è da meno: i servizi culturali e ricreativi hanno segnato un aumento reale di oltre il 120%. Crescono anche viaggi e vacanze (+18%) e la ristorazione (+25,7%), pur senza aver ancora colmato il gap lasciato dal biennio pandemico.
Cibo ed energia in calo
Al contrario, le spese per beni essenziali mostrano un trend opposto. Alimentari e bevande segnano un -5,1% rispetto al 1995, l’abbigliamento perde lo 0,5% e il consumo reale di energia domestica crolla del 35,1%. Quest’ultimo dato, spiega Confcommercio, è legato soprattutto all’efficienza energetica e al risparmio, nonostante il forte aumento dei prezzi unitari.
I numeri del 2025
La spesa pro capite reale si attesta a 22.114 euro, in crescita rispetto ai 19.322 euro del 1995 e ai 21.875 euro del 2024, ma ancora sotto il picco del 2007 (22.334 euro). Per alimentari e bevande si spendono 3.395 euro a testa, meno dei 4.538 euro destinati alla cura della persona. La casa resta la voce più pesante con 6.480 euro, seguita dai pubblici esercizi con 1.702 euro.
Consumi solidi, ma frenati dalla percezione
I fondamentali economici appaiono solidi: redditi disponibili oltre i livelli pre-Covid, occupazione record, inflazione intorno al 2% e spread sotto i 90 punti. Tuttavia, avverte Confcommercio, «gli italiani percepiscono il proprio reddito peggiore di quanto sia realmente e quindi spendono meno di quanto potrebbero».
Un miglioramento della fiducia, spiega l’associazione, potrebbe spingere i consumi verso un +1% e portare il PIL del 2025 a crescere dello 0,7%.
L’appello di Sangalli
«Gli italiani tornano a spendere ma con prudenza, privilegiando soprattutto la tecnologia», osserva il presidente Carlo Sangalli. «Pesano le incertezze internazionali e l’impatto dei dazi. Per far ripartire i consumi serve fiducia: dalla riforma fiscale possono arrivare segnali concreti per famiglie e imprese».
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