Con la sentenza n. 36775 del 3 ottobre 2024, la Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che, in caso di sequestro eseguito nell’ufficio di un professionista coinvolto in un reato, non è necessario avvisare il Consiglio dell’Ordine, come previsto dall’art. 103 del Codice di Procedura Penale. Questo perché la tutela delle attività difensive non è rilevante quando il reato è attribuito allo stesso professionista.
Il caso riguardava F.G., un commercialista indagato per aver contribuito, insieme ad altri, a una fittizia residenza all’estero per evadere le imposte su una rendita vitalizia da oltre 8 milioni di euro. Il Pubblico Ministero aveva disposto il sequestro di beni elettronici e documenti nell’ufficio di F.G., ma il difensore aveva contestato la violazione del segreto professionale.
La Corte ha chiarito che, in situazioni simili, l’avviso all’Ordine è superfluo, poiché non si tratta di proteggere la funzione difensiva ma di indagare su reati commessi dal professionista stesso.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
Giustizia e intelligenza artificiale: il Senato approva il Ddl 1146/24
Il provvedimento disciplina l’uso dell’AI nel settore giudiziario, ribadendo il principio antropocentrico e vietando la “giustizia predittiva”
Offesa alla memoria dei defunti e diritto alla riservatezza: un caso dal Tribunale di Imperia
La sentenza n. 682/2024 chiarisce legittimazione e risarcibilità dei danni rigettando le richieste di una donna che, in qualità di discendente di terzo grado di…
Giustizia Riparativa: a Treviso un tribunale di studenti che risolve le controversie
Nei giorni scorsi, l’Istituto superiore Besta di Treviso ha inaugurato l’aula di mediazione, ovvero un mini tribunale composto da studenti e professori con lo scopo…
